Vivibilità, circolarità, resilienza ai cambiamenti climatici. Per Aosta dati in “chiaroscuro”
Il titolo, “Città in transizione: i capoluoghi italiani verso la mobilità sostenibile”, ne spiega l’obiettivo: analizzare, con una lettura trasversale della qualità dell’ambiente urbano attraverso tre diverse chiavi interpretative – vivibilità, circolarità e resilienza ai cambiamenti climatici – l’evoluzione negli ultimi anni dei capoluoghi di provincia.
Dai dati nazionali, emerge una mobilità più sostenibile con nuovi chilometri di piste ciclabili cittadine (che raggiungono valori record a Torino, Milano e Bolzano), ma anche uno stile di vita generalmente più attento all’ambiente, con significativi progressi sul rifiuto che da scarto è sempre di più concepito come una risorsa. Queste le tendenze descritte nel Rapporto stilato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, che prende in considerazione il periodo 2015-2019.
Se molte tendenze vanno verso un miglioramento – dice il report –, i “talloni d’Achille” rimangono invece le perdite idriche, la fragilità del territorio e l’uso poco sostenibile del suolo.
I dati di Aosta
La vivibilità
Riguardo la vivibiltà, il Rapporto Snpa evidenzia un quadro eterogeneo contraddistinto da miglioramenti in alcuni ambiti e da situazioni di sostanziale stabilità in altri. Tra i dati positivi ci sono quelli riferiti alla qualità dell’aria, che mostra nel periodo un trend delle concentrazioni di Pm10 – le cosiddette polveri sottili – in diminuzione per il periodo 2013/2020.
Mobilità e trasporti mostrano un aumento consistente della densità di piste ciclabili dal 2011 al 2014 (19,4%) e una costante diminuzione della percentuale delle auto con standard Euro 0-3 che si attesta, nel 2020, su una quota pari ad un terzo rispetto ai valori del 2015.
La disponibilità di aree pedonali mostra, invece, un andamento stabile nell’ultimo decennio, attestandosi su 5,9 m² ogni 100 abitanti, uno dei valori più bassi fra quelli osservati nel campione.
Una situazione stabilmente positiva viene rilevata nel settore delle acque, dove nel periodo 2009- 2018 l’intero carico organico prodotto dalla città risulta depurato e conforme alle norme di emissione previste dalla legge di riferimento.
Possibili margini di miglioramento – segnala il Rapporto Snpa – possono essere individuati nel settore relativo all’inquinamento acustico per il quale si denota, negli anni 2015/2019, un andamento fluttuante, ma tendente all’aumento, del numero di sorgenti di rumore controllate con superamento dei limiti normativi ogni 100mila abitanti.
Sul fronte del verde urbano si segnalano valori di disponibilità pro capite di verde pubblico fruibile (17,7 m²/ab) sostanzialmente invariati nel quinquennio 2015/2019 e una limitata percentuale di aree naturali protette (0,4%), in linea con i valori più bassi del campione. Dati compensati, si legge ancora, dalla presenza di aree verdi facilmente raggiungibili in massimo 15/20 minuti a piedi o in bicicletta dal centro della città.
La circolarità
Sul fronte della circolarità Aosta mostra trend postivi in due settori: rifiuti e mobilità. In sensibile crescita la percentuale della raccolta differenziata che nel 2019 raggiunge il 69,2 per cento grazie ad un incremento piuttosto costante nel quinquennio 2015/2019 con valori del 2,8 per cento nell’ultimo anno. Dati che collocano Aosta tra i comuni del campione con il più elevato valore di questo indicatore. Risulta in aumento la produzione di rifiuti organici (+60 per cento) tra il 2015 ed il 2019.
In crescita anche la quota di auto elettriche ed ibride sul totale parco auto, che è passata dallo 0,2 per cento del 2015 all’1,2 per cento del 2020.
Margini di miglioramento – dice sempre il documento Snpa – possono essere individuati nelle infrastrutture verdi che fanno registrare dal 2011 superfici invariate destinate ad orti urbani con valori che si attestano sull’1,2 ettari nel 2019 con un’incidenza di circa il 2 per cento sul verde pubblico totale.
Contenute le perdite di superfici agricole, naturali e seminaturali che, solo nel periodo 2019/2020, superano l’ettaro a causa del consumo di suolo, che ad Aosta fa registrare un dato netto pro capite che varia da circa 0,2 m² per abitante nel 2015/16 a circa 0,3 nel 2019/20. Ovvero un maggior – seppur lieve – consumo di suolo registrato nel periodo.
Sul fronte della risorsa idrica, si registra l’aumento dell’erogazione giornaliera pro capite di acqua per uso potabile nel periodo 2012/18, che si attesta su livelli sensibilmente più elevati rispetto al valore nazionale – 215 litri per abitante al giorno – con il picco della serie pari a 296 l/ab/g raggiunto nel 2018.
A fronte del dato positivo di raccolta differenziata, si riscontra però la crescita della produzione pro capite di rifiuti urbani totali: +5,7 per cento nel periodo 2015/19, con un valore di 479 kg per abitante nel 2019.
Il report rileva invece una diminuzione della domanda di trasporto pubblico locale dal 2011 al 2019 (-61 per cento) che ha raggiunto il valore minimo di 12,5 passeggeri annui per abitante, che delinea una bassa propensione dei cittadini all’utilizzo di questa forma di trasporto.
La resilienza ai cambiamenti climatici
I miglioramenti riscontrati sul fronte della resilienza ai cambiamenti climatici nel periodo considerato – si legge nella sintesi dello studio – sono ascrivibili esclusivamente al segnale positivo mostrato dall’indicatore impermeabilizzazione su suolo non consumato (quindi le aree naturali o seminaturali) che mostra un andamento decrescente, fatta eccezione per il 2020 in cui si registra un lievissimo incremento. Aosta risulta tra i comuni con il più basso livello di impermeabilizzazione del suolo tra quelli analizzati, pari a 1 ettaro tra il 2015 e il 2020.
Sul fronte della risorsa idrica, sebbene Aosta presenti valori al di sotto del dato nazionale in tutto il periodo considerato (2012/18), si registrano comunque perdite idriche totali in distribuzione che si attestano su circa il 30 per cento nel 2018, valore più elevato registrato dal 2015.
in tema di infrastrutture verdi, il 51 per cento di superficie vegetata di proprietà pubblica e privata su quella urbanizzata si mantiene stabile nel tempo (2016/20) e in linea con i valori intermedi del campione. Andamento che non mostra – si legge – una tendenza all’aumento di superfici permeabili e vegetate così importanti per l’adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici (rischi di allagamento e/o alluvione, isole di calore urbano).
Gli indicatori relativi alla struttura socio-demografica descrivono, nel loro complesso, la capacità di risposta della popolazione di fronte ai pericoli di natura climatica come ondate di calore, eventi di precipitazione intensa, siccità. Qui, la popolazione di età minore a 5 anni si caratterizza come particolarmente sensibile ai cambiamenti climatici e attualmente in decrescita (dal 4 per cento del 2016 al 3,5 per cento del 2020).
La popolazione di età maggiore di 65 anni – altra porzione fragile della popolazione –, è attualmente in aumento, passando dal 26,7 per cento del 2016 al 27,8 per cento del 2020.
Tali andamenti – dice Snpa – suggeriscono la necessità di approntare politiche di adattamento attente, in particolare, alla categoria di popolazione meno giovane e finalizzate ad aumentarne la capacità di risposta rispetto alle criticità di natura climatica.
Il reddito medio per contribuente, invece, che fornisce indicazioni sulla ricchezza della popolazione cui si accompagna il potenziale livello di accesso a servizi, opportunità e informazioni, con 23mila 994 euro nel 2018 mantiene Aosta in linea con i valori intermedi del campione.