A Fontainemore 20 milioni di euro per far rinascere il suo borgo
La Regione ha scelto: sarà Fontainemore a ricevere i 20 milioni di euro di fondi del Piano nazionale ripresa e resilienza per il recupero e la rigenerazione, entro il 2026, del borgo medievale di Boure de Gris.
“Non ci crediamo ancora. – racconta emozionata la sindaca Speranza Girod – Non ho dormito stanotte e ho la pancia sotto sopra. E’ stata un’impresa titanica, un mese intenso, ma ci abbiamo creduto fin dall’inizio e siamo andati fino in fondo”.
Il comune, assieme a Bard, La Magdaleine, Donnas e Arvier, aveva presentato un progetto in risposta al bando regionale scaduto il 25 febbraio scorso.
Per Boure de Gris l’amministrazione comunale ha immaginato un futuro di rinascita, “un territorio che, partendo dalla valorizzazione del patrimonio già esistente, possa lavorare ad un nuovo disegno in sinergia grazie all’ausilio di nuove risorse, capacità e competenze In questa nuova visione si vuole coniugare la vocazione agricola e turistico-ricettiva della località montana con quella più quotidiana e inclusiva di un borgo residenziale, creando quei servizi necessari per lo sviluppo a beneficio non solo di Fontainemore, ma dei comuni della Valle del Lys, in quanto situata a metà vallata”.
“Fin da subito c’è stato il coinvolgimento della comunità e soprattutto dei giovani. Per una realtà come la nostra questi fondi cambiano il volto del paese e spero abbiano una ricaduta non solo per Fontainemore ma anche per i comuni vicini”.
Nelle oltre 500 pagine del progetto, redatto da Danilo Marco di Champorcher, a cui la sindaca rivolge i proprie ringraziamenti – “assieme al suo team ci ha messo l’anima”, sono previsti una trentina di interventi. Si va dal recupero architettonico del borgo di Boure de Gris, “cinque case al di là del ponte dove verranno insediate delle attività”. In particolare qui troveranno spazio un ristorante tipico, un negozio per la vendita dei prodotti locali della Valle del Lys. Inoltre è previsto il recupero dei terrazzamenti vicini all’area, delle piante di piccoli frutti e dei castagneti. “Avremo la collaborazione dell’Institut Agricole e della Facoltà di scienze agrarie di Torino, con i quali abbiamo pensato a delle attività per gli studenti in loco”. Sopra il ristorante nasceranno delle Chambres d’histoire per una ricettività diffusa, mentre nella vecchia casa parrocchiale saranno creati 25 posti letto da destinare agli stage degli studenti universitari o ad altri progetti pensati con il Cai. Accordo in essere anche per la valorizzazione del cammino d’Oropa, che proprio da Fontainemore parte.
Altri interventi riguardano la mobilità sostenibile, con la dotazione di un pulmino elettrico a servizio della riserva del Mont Mars, la rigenerazione sociale, con la creazione di residenze per famiglie, la sistemazione del centro anziani in ottica di cohousing, la creazione di un borgo dei bambini, con lo sviluppo di attività extra scolastiche pensate non solo per i residenti, un parco giochi inclusivo per disabili e poi ancora aiuti per insediamenti e lo sviluppo di attività produttive del borgo.
Nel progetto figura anche il recupero del ponte medievale, che necessità di interventi di restauro, così come emerso dalle verifiche effettuate da tecnici esperti, la creazione di alcuni parcheggi e di una passerella di attraversamento.
“Sono undici anni che sono sindaco e abbiamo tentato di fare tanto per questo paese, ma le finanze ci frenavano. – chiosa ancora Girod – Ora finalmente è arrivata l’opportunità”.
Al secondo posto è arrivato il progetto Agile Arvier. L’iniziativa immaginava i borghi di Arvier e Leverogne come spazi di ricerca applicata a servizio dell’area EUSALP, con la creazione di strutture di co-living e co-working, ma anche di divulgazione, sensibilizzazione e responsabilizzazione del grande pubblico sulle tematiche del futuro delle Alpi e degli impatti degli esiti delle sperimentazioni. All’interno dell'”ambizioso progetto” era stata immaginata la realizzazione nel castello del paese del Museo del Futuro Alpino: uno spazio di diffusione del progetto di innovazione e promozione della cultura del cambiamento attraverso esperienze totalmente immersive.
“L’idea era di poter attrarre dei dottorati di ricerca per studiare delle soluzione innovative per i territori alpini in preparazione dei cambiamenti climatici” racconta il sindaco di Arvier Mauro Lucianaz, che ora spera di poter recuperare altri fondi per dare gambe ad un’iniziativa che ha già raccolto intorno a sé importanti partner quali il Politecnico di Milano e Torino.