Bard: una targa ricorda il legame tra casa Nicole e una famiglia di armatori napoletani
Si chiama Casa Nicole, ma i Nicole non esistono più. Però, una professoressa in pensione di Pont-Saint-Martin è entrata in contatto con un discendente (in un certo senso) della famiglia Nicole, un importante armatore di Napoli. Per commemorare quello che sarebbe stato il suo 101esimo compleanno, domenica 20 novembre 2022 a Bard è stata posizionata una targa in sua memoria.
“Casa Nicole è l’unica che non ha nessuna casa di fronte” fa notare la professoressa, e un motivo c’è.
Chi sono i Nicole?
Perché si chiama Casa Nicole se non ci sono più Nicole? Margherita Barsimi, professoressa di lettere in pensione, se l’è chiesto, ragionando tra sé e sé: “Palazzo Barolo è della famiglia Barolo, Palazzo Campana era dei Campana…perché Palazzo Nicole si chiama così se non c’è nessuna famiglia attualmente che si chiama Nicole?“. Di conseguenza, una trentina di anni fa, la ponsammartinese ha attuato delle ricerche sul passato, che le hanno fatto comprendere il motivo per cui il nome dei Nicola (così si chiamavano inizialmente), comparso a Bard verso il 1700, dal 1949 è sparito.
Nel 1849 l’ultimo Nicole, Giovanni Battista Felice, nonché l’ultimo conte di Bard, morì senza eredi, decidendo di lasciare in usufrutto Casa Nicole, dove alloggiava, alla sua domestica Cecilia Menaldino. Nel testamento specificava che se la domestica si fosse sposata o fosse morta la proprietà sarebbe rientrata alla famiglia di origine, andando alla nipote del conte, l’erede universale. Cecilia, “furbamente” – aggiunge la professoressa – non si sposa e convince i suoi nipoti a vendere la casa ai Jacquemet, una famiglia di contadini. Così, “questa questione cade nel dimenticatoio” commenta Margherita.
Intanto, i Nicole non erano già più Nicole, perché una sorella del conte aveva sposato un Bellegarde. La nipote, l’erede ufficiale, sposò Roberto Garolat, un armatore, ovvero proprietario di flotte, che lavorava a Genova finché la capitale italiana era Torino, mentre si spostò a Napoli, dove mutò nome in Garolla, quando la capitale si trasferì a Roma. “Questi sono anni in cui l’Italia subì uno sconquasso, si unì con le guerre d’Indipendenza e nacque il Regno d’Italia” spiega la professoressa. “I Garolat con la rivoluzione francese si erano trasferiti a Genova, poi la storia ha steso un velo di oblio su tutta questa questione fino a quando Roberto non ha tirato fuori il tutto”.
Il legame tra Valle d’Aosta e Napoli emerso da un libro
A fronte di queste scoperte, Margherita Barsimi decide di chiarirle in un libro, che esce intorno al 1995. Dopo qualche giorno dalla sua pubblicazione, l’autrice riceve una lettera firmata da un ingegnere, Roberto Garolla, riconoscente del valore del lavoro ma contestando, con garbo, il fatto che Margherita avesse scritto che la famiglia fosse estinta. “Lui mi ha fatto notare che non era estinta perché c’erano ancora loro, ma io ho specificato che mi riferivo agli individui del ramo che si chiamano Nicole, loro sono Garolla, non Nicole” sottolinea la diretta interessata. “In questo modo siamo diventati amici, ci siamo incontrati e loro mi hanno regalato una serie di libri stupendi”.
“Roberto era legatissimo a questa casa. Quando è venuto a Bard era convinto di vedere casa Nicole in uno stato di abbandono e quindi sperando di riuscire ad acquistarla” racconta Margherita Barsimi. Invece, scopre che il proprietario dei tempi, Nando Jacquemet, non aveva intenzione di venderla. “Di conseguenza, è rimasto con la nostalgia nel cuore di una casa che avrebbe potuto appartenere alla sua famiglia, ma che ormai era segnata da vicende avvenute cento anni prima. Prima di morire aveva espresso il desiderio di lasciare qualcosa di suo nella casa di Bard, però si era trovato in disaccordo con la moglie e entrambi morirono senza arrivare a niente”.
“Sono dei sentimenti basati sul nulla, se vogliamo, perché loro non erano mai venuti e non hanno mai vissuto a Bard, però hanno un grande senso di appartenenza” dichiara Margherita. “Quando ho portato Roberto a Bard vedevo lui, che non era il proprietario, accanto a Nando, vestito da contadino, e in questa immagine emergeva proprio la storia!” visualizza l’insegnante.
La targa commemorativa
Consci del dispiacere del padre, mancato due anni fa, i tre figli si sono rivolti a Margherita per esaudire il suo desiderio.
“Loro avevano in mente di mettere qualcosa dentro la casa che arrivasse da Napoli, poi io ho avuto l’idea di realizzare una targa da posizionare vicino alla porta in modo che tutti quelli che passassero potessero notare il legame tra i Nicole che non ci sono più e i Garolla che ci sono ancora” spiega la professoressa. D’accordo con il proprietario attuale, Giorgio Nicco, un nipote di Nando Jacquemet, con la geometra e muniti delle autorizzazioni necessarie, si è arrivati al dunque.
“Abbiamo cercato di fare qualcosa in linea con le altre targhe che illustrano le case nuove di Bard. Siamo riusciti a scrivere poco ma a dire tutto quello che c’era bisogno di dire, cercando di ricordare Roberto che ha creato questo collegamento tra la nostra regione e Napoli, ricordandosi degli ascendenti della sua famiglia a Bard “.
La targa è stata realizzata da Cesare Bottan, agile nella lavorazione della pietra ollare, e dal fabbro di Hône Paolo Moretti.
“Io ci sono dentro da 30 anni, ma trovo sempre interessante questo ricordo a distanza di cent’anni, unito alla storia d’Italia e di questa famiglia che si sposta da Genova a Napoli. E’ un bel legame” riflette Margherita.