La nuova direttiva europea sulle acque preoccupa il Bim, tariffe a rischio aumento

12 Novembre 2024

Gli investimenti necessari per mettersi al passo con la nuova direttiva europea sulle acque reflue preoccupano il Bim, il Bacino imbrifero montano della Dora Baltea che si occupa del servizio idrico integrato. A portare il tema all’attenzione dell’assemblea del Consiglio permanente degli enti locali di questo pomeriggio – che ha visto l’intervento del presidente della Regione Renzo Testolin e degli assessori per l’illustrazione del bilancio regionale – è il suo presidente, Joël Creton.

“La nuova direttiva imporrà sicuramente degli investimenti molto importanti sulla parte della depurazione – spiega Creton -. Chiedo all’amministrazione regionale un’attenzione su questo tema perché rischiamo in futuro di aver bisogno di ingenti somme che, se non riusciamo a trovare tramite lo Stato, la Regione o i fondi europei, ricadranno immancabilmente sulle tariffe”. 

Il presidente del Bim sottolinea la buona collaborazione avuta finora con l’amministrazione regionale: “Usciamo da importanti investimenti dove la Regione ci ha messo tutto del suo – come i grandi depuratori dell’Alta e della Bassa Valle – ma abbiamo ancora tanti lavori da fare che al momento non hanno una copertura economica se non quella proveniente dalle tariffe”.

A ciò si aggiungono i piccoli numeri della regione: “Il territorio valdostano è molto piccolo e abbiamo una popolazione ristretta su cui poter caricare questi investimenti. Per l’Arera, il bacino minimo per avere una tariffa ragionevole è di 250.000 abitanti, noi siamo la metà. Per questo chiedo alla giunta di venirci incontro – se non con delle risorse nel bilancio magari nell’assestamento in cui è più facile – perché il futuro mi spaventa tanto”.  Per Creton, “se sugli acquedotti abbiamo lavorato tanto e riusciamo ad ottemperare agli obblighi di legge, sulla parte della depurazione, con la nuova direttiva europea sarà molto complicato”. Il  rischio è di dover portare verso i grandi depuratori a valle l’acqua di frazioni o paesini di territori montani: “Questo comporterebbe dei costi molto elevati”.

“Nel limite del possibile l’attenzione c’è sempre – risponde il presidente della Regione, Renzo Testolin – ma prima di programmare bisogna quantificare e capire di che investimenti si parla. Nella fase dell’assestamento di bilancio ci potrà essere un confronto”. Tra le possibili fonti di finanziamento, c’è anche la strada dei fondi europei, quella della legge sulla Montagna e “ora che siamo in regola con l’Arera (l’Autorità di regolazione per energia reti e ambienti ndr) potremo provare a proporci per degli investimenti con lo Stato”, aggiunge il presidente del Bim. Per l’assessore regionale agli Affari europei, Luciano Caveri, “dobbiamo analizzare bene questa direttiva e vedere in fase di recepimento se possiamo immaginare una dilazione dei tempi o qualche altra cosa che possa permettere di fare tutti gli investimenti necessari”.

Riguardo al bilancio regionale per il prossimo triennio – che prevede certezza di risorse per gli enti locali anche nel 2027 – l’assemblea si è espressa all’unanimità con un parere positivo con osservazioni, tra cui “l’esigenza di mantenere alta l’attenzione sugli interventi di prevenzione degli eventi calamitosi, continuando a destinare, per i prossimi anni, le risorse adeguate ai fabbisogni dei territori”.

Parere positivo con osservazioni votato all’unanimità anche per la seconda seconda variazione al bilancio regionale 2024-2026 da 35,9 milioni di euro che prevede, tra le altre cose, i fondi per i mutui a tasso zero da destinare alle attività colpite dall’alluvione del 20 e 30 giugno scorsi. Su questo punto, nel parere, l’assemblea del Cpel chiede di “prevedere anche nel 2025 un’integrazione dei fondi straordinari per gli investimenti degli enti locali colpiti dall’alluvione” che “i contributi siano concessi anche ai Consorzi di miglioramento fondiario a copertura totale dei danni subiti”. Sulla modifica alla norma sui segretari comunali, anch’essa contenuta nella variazione di bilancio, l’indicazione del Cpel è di limitare l’accesso alla riserva del 30% dei posti previsti dal concorso a chi ha fatto il segretario comunale per almeno quattro anni e non anche ai funzionari di categoria D.

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