Opposizione sugli scudi, ad Aosta salta il Consiglio comunale del rendiconto di bilancio
L’approvazione del rendiconto di bilancio del Comune di Aosta – approvato il 24 aprile scorso in quarta Commissione – slitta. Così come slitta direttamente – e lo fa, verosimilmente, alla settimana prossima – il Consiglio comunale sul documento finanziario in calendario, 2 maggio, che, de facto, “muore nella culla”. Galeotti sono tre giorni, che diventano un “muro contro muro” tra maggioranza e opposizione. Domani, 3 maggio, sarà invece regolarmente in programma la seduta ordinaria dell’Assemblea.
Casus belli
Questioni di regolamento – non sono stati rispettati i venti giorni previsti dalla consegna della documentazione contabile per convocare l’Assemblea alla sua approvazione in aula – alle quali si appella l’opposizione che, per voce della consigliera de La Renaissance Roberta Carla Balbis dice, in una mozione d’ordine ad inizio lavori, che “la delibera del rendiconto è dell’11 aprile, la data di consegna ai revisori dei conti è il 14 – ha spiegato –. I termini per approvare il rendiconto parlano del 30 aprile, data prevista da un decreto legislativo del 2000”.
“Prima di iniziare vorremmo avere un quadro corretto di questi atti per non inficiarne la validità – ha concluso Balbis –. Sull’assenza dei venti giorni per comunicare i documenti al Consiglio esistono svariate impugnazioni. Invece, sull’incapacità di rispettare tempi del rendiconto e sulla sistematica mancanza di rispetto delle componenti del Consiglio vogliamo approfondire se ci possano essere o merito ripercussioni sul bilancio”.
In chiaro: un potenziale rinvio del Consiglio comunale che effetto avrebbe? La risposta arriva dal segretario generale dell’Ente Stefano Franco: “La conferenza dei capigruppo ha affrontato il problema – ha detto –, e tutte le sue componenti devono essere d’accordo a rinunciare a tre giorni rispetto alla norma che garantisce i consiglieri. Altrimenti, per rispettare i termini ci saremmo dovuti vedere il 6 maggio. Anche l’anno scorso il rendiconto è stato approvato il 3 maggio. La Regione non ha fatto in tempo a sollecitare perché il Consiglio comunale lo ha approvato subito, anche se non nei termini. Sicuramente, la sezione controllo della Corte dei Conti rileva, come ogni anno, la non approvazione nei termini il rendiconto. Però, c’è tutta una procedura di messa in mora per sollecitarne al più presto l’approvazione”.
In “soldoni”: “Se questo non si fa entro due/tre mesi scatta il commissariamento – ha aggiunto Franco –. Per quanto mi riguarda se tutti i consiglieri sono disponibili a rinunciare a questi tre giorni si può approvare il rendiconto. Altrimenti, basta che anche un solo consigliere non sia d’accordo e la discussione del rendiconto non è consentita”.
Il regolamento
Nel regolamento di contabilità del Comune si legge che “la Giunta comunale, almeno 40 giorni prima della data prevista per l’approvazione da parte del Consiglio comunale, approva lo schema di rendiconto, unitamente alla relazione sulla gestione”, e che “lo schema di rendiconto e la relazione sulla gestione sono trasmessi immediatamente all’organo di revisione, il quale predispone e trasmette la propria relazione entro i successivi 20 giorni“.
“La proposta di deliberazione, lo schema di rendiconto, la relazione sulla gestione, la relazione dell’organo di revisione sono depositati nella segreteria dell’ente a disposizione dei consiglieri almeno 20 giorni prima della data prevista per l’approvazione. Del deposito viene dato avviso a tutti i componenti dell’organo rappresentativo e all’organo di revisione.
Tre giorni fatali
E così è andata. Dopo una sospensione chiesta dall’opposizione, è di nuovo Balbis a fare l’annuncio: “Alla luce dei chiarimenti del segretario generale, seguiamo la linea della mozione d’ordine – ha detto al rientro in aula –. Chiediamo il rispetto di questi venti giorni necessari. Siamo nella condizione di chiedere la non discussione del rendiconto”.
L’atmosfera si riscalda
Il Consiglio, dunque, salta. Il sindaco Gianni Nuti chiede la parola. E quello che dirà non è conciliante, neanche nei toni: “Intervengo solo per rimarcare l’atteggiamento irresponsabile dell’opposizione – ha detto –. Dopo aver accettato di fare oggi il Consiglio la minoranza si smentisce, delegittimando di fatto la capigruppo e in sfregio alle persone che hanno lavorato e hanno fatto di tutto per avvicinare il più possibile la data del 30 aprile. È un atteggiamento che non porterà voti né fa funzionare meglio a macchina. È un atteggiamento irresponsabile di chi deve imparare a fare politica in un altro modo”.
Parole dure alle quali replica il capogruppo de La Renaissance Giovanni Girardini. Il tono è pacato, ma anche qui le parole non sono concilianti: “Ringrazio il sindaco per lezione di politica, ma ne farei anche a meno. Ci siamo preoccupati di chiedere al segretario generale se questo ritardo eventuale, che viene da voi e dai vostri ritardi, potesse portare danni pesanti per la città come la perdita di fondi o di risorse Pnrr e così non è così. Altrimenti, per senso di responsabilità, saremmo andati avanti nei lavori. Non siamo tutti laureati in Economia e commercio e riceviamo un documento molto complesso da 400 pagine. Ci sono dei tempi ben precisi da rispettare e noi siamo fuori, punto”.
L’unanimità a procedere con i lavori consiliari avuto in conferenza dei capigruppo non si rispecchia in aula. Il presidente del Consiglio Luca Tonino, laconico, spiega: “Abbiamo convocato una riunione apposita con i revisori dei conti e qualcuno dall’opposizione ha deciso di non venire. Tranne il vicepresidente Renato Favre non erano presenti consiglieri di minoranza. Prendiamo atto che il Consiglio non ha unanimità sui 20 giorni. Convocheremo una nuova capigruppo e una nuova data”.