Sul “Protocollo Movida” è scontro fra Nuti e Confcommercio
Si potrebbe dire, un po’ prosaicamente, “Nuti e Confcommercio, storia di un amore mai nato”. Oggi, l’ultimo capitolo della “saga” tra il sindaco di Aosta e l’associazione dei commercianti, dopo le parole del Primo cittadino in Consiglio comunale, la settimana scorsa.
Ed ora, Confcommercio prende carta e penna e risponde alle “provocazioni del sindaco di Aosta lesive per il mondo imprenditoriale e del commercio” fissando per ottobre “un dibattito per discutere circa le gravi dichiarazioni espresse dal Sindaco di Aosta e da alcuni dei suoi Assessori rispetto alle criticità legate al mondo del commercio e dell’imprenditoria in generale”.
L’antefatto, ovvero il “Protocollo Movida”
All’origine delle recenti ruggini c’è il “Protocollo Movida”, ovvero il “Protocollo d’intesa per una città viva, animata e responsabile” entrato in vigore nell’agosto del 2023 e in attesa di essere rinnovato.
In Consiglio, era stata Sylvie Spirli (Lega) a chiederne conto: “Il presidente di Ascom ha denunciato la mancanza, da parte dell’Amministrazione, di una serie di azioni previste da questo patto. Vorremmo capire quali siano state queste mancanze. Poi, ha detto che il Protocollo d’intesa, sperimentale e dalla durata di un anno, non è stato rinnovato. Infine, sollecitava questo rinnovo apportando alcune modifiche sulla disciplina e l’orario delle attività musicali chiedendo di poter ampliare, seppur di poco, l’orario fino dalle 23.30 alle 24”.
Nuti ha tenuto a qualche specifica: “In una riunione con Confcommercio abbiamo aperto all’ipotesi spostare a mezzanotte l’orario per gli eventi dal 1° luglio 2025, dopo un periodo di monitoraggio e osservando la situazione fino a giugno 2025. Ed il patto era stato accettato da Confcommercio. Allora, scrivo di mio pugno la norma, la mando e questa mi viene restituita completamente stravolta. Di fatto, l’aumento di orario diventava un automatismo dal 1° luglio 2025. Questo, senza un reale monitoraggio sull’inquinamento acustico. Quindi cosa facciamo, creiamo un automatismo con la premialità? Non erano i patti. Io sono disponibilissimo a rivedere l’accordo ma non in questi termini”.
Monitoraggio tutto da fare perché sempre Nuti spiega che “l’Amministrazione ha installato fonometri più tardi del previsto, ce ne assumiamo le responsabilità. È stata fatta la scelta del noleggio e non dell’acquisto, con un software accessibile a tutti”.
Non solo: “A noi non sembra una cosa seria e non abbiamo fatto i censori – ha rincarato il Sindaco –. C’è stata un’ulteriore apertura dopo aver già aumentato il numero di serate mensili e quelle annuali. Io, oltretutto, non ho sentito un solo esercente venirmi a dire che era meglio arrivare alla mezzanotte. In questo momento pare che il dialogo sia interrotto, ma noi siamo sempre qua, disposti a far ripartire il discorso quando si vuole”.
Un commercio diverso?
In aula, il discorso si è allargato sulla situazione generale del commercio in città. Nuti ha spiegato: “Credo nella capacità delle persone di rigenerare un modo diverso di fare commercio che è evidentemente da modificare, perché tutto ciò che posso prendere, a meno, su una piattaforma digitale, lo faccio. Sono proprio le cose da vendere da cambiare, ed è un processo lento”.
“È un tema che va affrontato, come la questione della grande distribuzione e del commercio al dettaglio. E va fatta anche a livello regionale – ha proseguito Nuti –. Altrimenti, sarà la legge del mercato ad autoregolarsi. Io posso anche affittare un parcheggio pluripiano e metterlo in piazza Chanoux. Credete che commercio aumenterebbe? Io non credo. E probabilmente i turisti andrebbero altrove. E anche chi fa ricettività alberghiera si deve interrogare. Perché se vado in un centro storico dove trovo prodotti originali, accattivanti, radicati a questa terra e che non trovo da nessun’altra parte del mondo sarà più facile che sia vivo”.
Il tutto, per poi tornare sul punto: “Che si continui a colpevolizzare le scelte dell’Amministrazione degli ultimi 15 anni e si getti la responsabilità su questo è miope e fa male ai commercianti – ha aggiunto –. Così si getta loro sabbia negli occhi. Se non capiamo le ragioni sui cambiamenti del commercio non troviamo le soluzioni. E chi rappresenta il commercio deve chiedersi cosa cambia, non cercare i capri espiatori. Che si parli delle 23.30 o delle 24 non cambia granché. Ma non possiamo rendere incoerenti le nostre decisioni, è assurdo. Un’Amministrazione deve almeno tentare di seguire delle linee logiche”.
Due documenti e due versioni
Come detto, la replica di Confcommercio arriva dopo qualche giorno. “Per fare chiarezza e ribattere al Sindaco in merito a quanto affermato circa il ‘Protocollo Movida’ riteniamo sufficiente allegare la versione proposta dal primo cittadino di Aosta e la versione della nostra associazione.
Lasciamo a voi ogni considerazione con la convinzione che quanto richiesto all’Amministrazione Comunale sia totalmente plausibile in una città che si vanta di essere turistica”.
Nel passaggio incriminato, il documento scritto da Nuti recita di “valutare, a metà del secondo anno di sperimentazione, alla luce dei risultati conseguiti dal presente protocollo in termini di numero di segnalazioni raccolte, criticità rilevate dalla Polizia Locale e livelli di emissioni sonore registrati dall’apposito applicativo collegato ai fonometri, se prorogare la durata degli eventi fino alle ore 24 con impegno al rispetto delle soglie di emissione sonora notturna entro i 15 minuti successivi”.
La riscrittura di Confcommercio invece dice: “Alla luce dei risultati conseguiti dal presente protocollo nel primo anno di applicazione, in termini di numero ridotto di segnalazioni raccolte e, criticità rilevate dalla Polizia Locale, in virtù anche dell’avvio della nuova sperimentazione della messa a dimora di fonometri nelle zone del centro storico la durata degli eventi è posticipata fino alle ore 24 con impegno al rispetto delle soglie di emissione sonora notturna entro i 15 minuti successivi”.
Da un lato una valutazione, dall’altro un’applicazione. Se le parti torneranno a parlarsi – “Protocollo Movida” o meno, e al netto delle comparsate assieme in conferenza stampa – è tutto da vedere.
Via Liconi, abbiamo un problema
Per l’occasione, però, Confcommercio rende nota una lettera di protesta dei commercianti di corso Battaglione. Al centro, la “nuova viabilità di Via Liconi”.
Nella missiva – firmata da Al Baretto, Claudesport, Aquarium Zone, Beppe Acconciature, Fotocolor Professional, Laboratorio Sartoriale Letey Nadia e Norden Palace Hotel – si legge: “Per prima cosa nessuno di noi è stato contattato per dialogare sulla scelta del Comune di cambiare la viabilità con sensi unici ma di questo ormai siamo desolatamente consapevoli. A nostro avviso ci poteva stare un cambio per recupero di parcheggi nella zona, ma secondo noi il senso unico di via Liconi andava fatto al contrario e cioè a scendere visto che corso Battaglione è già senso unico a salire in entrambe le corsie. Per arrivare davanti alle nostre attività adesso è complicato anche da quella parte (per chi arriva dall’alta Valle lo è già poiché bisogna percorrere tutta via Chambéry per riuscire a entrare nel controviale di corso Battaglione dove sono rimasti aperti solo il passaggio davanti al Don Bosco e davanti al Bar Chamolé resi complicati dalla pista ciclabile dove le bici hanno la precedenza)”.
“Dalle nostre attività adesso per andare in via Chambéry, quindi verso il centro città, abbiamo come unica alternativa la possibilità di immetterci nel viale parallelo e andare fino alla rotonda dove, causa ciclabile e chiusura della strada che girava direttamente nella via stessa, bisogna fare la coda per fare tutta la rotonda e svoltare a sinistra – chiude la lettera –. Prima avevamo la possibilità di scendere in via Liconi e attraversare davanti alla Sicav per svoltare verso via Chambery da via Chamolé. Bastava semplicemente chiedere un parere alle attività commerciali della zona per capire che si poteva fare un senso unico a scendere”.