2 anni e 4 mesi di carcere al 37enne arrestato per la “spaccata” alla “Mafer”
2 anni e 4 mesi di reclusione, e 600 Euro di multa, sono la pena inflitta dal giudice monocratico del Tribunale di Aosta, Maurizio D’Abrusco, al 37enne moldavo Tudor Tulbere, arrestato nella notte tra ieri e l’altro ieri, mercoledì 7 e giovedì 8 giugno, dai Carabinieri della Compagnia di Aosta, chiamati al 112 per una “spaccata” in corso al negozio di articoli agricoli ed edili “Mafer”, a Pont-Suaz di Charvensod.
L’uomo, difeso dall’avvocato Davide Richetta del foro di Torino, ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato. Nell’udienza tenutasi nella tarda mattinata di oggi, venerdì 9 giugno, gli sono stati contestati il furto e la ricettazione. Quest’ultima, addebitatagli in concorso con gli altri autori del furto, ancora ignoti, in ordine al rinvenimento di un mezzo, nei pressi dell’attività commerciale, con parte della refurtiva, risultato rubato. Da tale accusa, il magistrato lo ha assolto.
Il pubblico ministero Eugenia Menichetti aveva chiesto al giudice una condanna a complessivi 2 anni e 10 mesi di carcere, oltre a 1300 euro di multa. Il legale dell’arrestato aveva invece richiesto che per il suo cliente cadesse l’imputazione di ricettazione, assieme all’applicazione del minimo della pena per il furto, una volta riconosciute le attenuanti.
Tulbere, residente nel torinese, era stato fermato dai Carabinieri in via 1° maggio ad Aosta. Dopo aver trovato parte del mancato bottino (del valore di circa 10mila euro, costituita in prevalenza da motoseghe ed altre attrezzature edili, già restituite ai proprietari) tra le vicinanze del negozio (di cui la vetrina era stata mandata in frantumi con un grosso sasso) e la pista ciclabile che costeggia la Dora, l’uomo era stato intercettato dai militari del Nucleo Operativo Radiomobile e della stazione di Saint-Pierre. Aveva tentato inizialmente di fuggire gettandosi in Dora, poi era stato nuovamente individuato ed arrestato.
I Carabinieri continuano ad indagare sull’accaduto per dare un’identità agli altri componenti della banda, senza trascurare nessuna traccia, nemmeno quelle di tipo digitale, legate alle celle delle reti di telefonia mobile della zona.