A5 a rischio chiusura per frana a Quincinetto? SAV: “autostrada marginalmente interessata”

11 Giugno 2016

L’A5 a rischio chiusura, a Quincinetto, perché minacciata da una frana? Andrea Balducci, presidente della “Società Autostrade Valdostane”, concessionaria del tratto dal comune piemontese ad Aosta, la vede diversamente. Anzitutto sottolinea come la vicenda abbia origine nel 2011, cioé cinque anni fa. Poi, parla di “situazione costantemente monitorata”, perché “nessuno gioca sull’incolumità altrui”. Dopodiché ricorda gli studi esistenti, “leggermente diversi tra loro, ma concordi nell’affermare che la sede autostradale sia marginalmente interessata”. Peraltro, “nell’unico evento franoso verificatosi, risalente alla primavera del 2012, i sassi arrivati sulla sede autostradale lo hanno fatto ‘di rimbalzo’ e non direttamente”.

Tanto è bastato per indurre la “SAV SpA” a muoversi per proteggere l’autostrada. “Ad oggi, disponiamo di un progetto preliminare per la realizzazione di un vallo. – aggiunge il presidente Balducci – Entro il prossimo settembre dovremmo arrivare alla progettazione definitiva e poi ci confronteremo con il Ministero per la formula di aggiudicazione dei lavori”. All’obiezione sul fatto che il sindaco di Quincinetto sembri avere un’altra opinione sulla pericolosità della frana e sull’urgenza che ne deriva, il presidente della società autostradale non si scompone: “per carità, è sovrano e farà le sue valutazioni: se riterrà di chiudere lo potrà ovviamente decidere, a condizione che se ne assuma le responsabilità qualora le sue azioni si rivelassero basate su presupposti errati”.

Per quanto situata fuori Valle, la questione dell’accumulo di materiale a monte della borgata Chiappetti di Quincinetto, è nota anche negli uffici dell’Assessorato alle Opere pubbliche della Regione. “La frana – spiega il coordinatore del Dipartimento Difesa del suolo, Raffaele Rocco – interessa un tratto di una strada comunale che rappresenta il punto di accesso individuato per arrivare al sito ove sorgerà il depuratore consortile di Donnas/Pont-Saint-Martin. Tra l’altro, è un percorso usato anche da CVA per raggiungere una sua opera di presa”.

Un’esigenza che ha spinto la Regione a definire, a sua volta, una soluzione progettuale, che per poter essere eseguita va tuttavia autorizzata dal comune di Quincinetto. Sul tavolo, però, c’è anche lo studio dell’amministrazione comunale piemontese, che traccia uno scenario più ampio (perché relativo anche alla salvaguardia delle poche case della borgata). La questione è al centro di una Conferenza dei servizi, che raggruppa tutti i soggetti interessati (compresi quelli valdostani), e riunitasi per la prima volta nel 2015.

La situazione, però, è di momentanea impasse: i fondi per le opere auspicate dalla parte piemontese dovrebbero arrivare dallo Stato e restano un’incognita. Per nuove riunioni della Conferenza pare non esserci quindi fretta e, di conseguenza, per dare il “via libera” alla Regione Valle d’Aosta (che, invece, disporrebbe già dei finanziamenti per il suo progetto) nemmeno. Un’emergenza? E se fosse finanziaria, dalle parti di Quincinetto, prima ancora che legata alla sicurezza?

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