Annullata dalla Cassazione la condanna per tentata estorsione di Salvatore Filice

18 Settembre 2024
E’ stata annullata senza rinvio dalla Cassazione la sentenza con cui nell’aprile scorso la Corte d’Appello di Torino aveva confermato la condanna di Salvatore Filice, a 2 anni e 4 mesi di reclusione per tentata estorsione e violazione delle norme sulle armi, nel giudizio “bis” sul rito abbreviato del processo “Geenna”, su infiltrazioni di ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. I giudici ermellini hanno riqualificato il reato di tentata estorsione in quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni che risulta estinto per prescrizione.

La vicenda per cui l’uomo era a giudizio originava dalla “scazzottata” tra suo figlio e il nipote del ristoratore Antonio Raso. Secondo le indagini, l’imputato avrebbe chiesto al giovane coinvolto e al suo patrigno di “risarcirlo” con 10mila euro, minacciandoli con una pistola.

“Il sig. Filice si è sempre dichiarato innocente e noi difensori abbiamo sempre fortemente creduto nella sua innocenza; esprimiamo quindi grande soddisfazione per la decisione della Corte di Cassazione che, dopo una lunga vicenda giudiziaria con ben due giudizi di Cassazione, ha annullato, questa volta senza rinvio e quindi in modo definitivo ed inoppugnabile, la sentenza di condanna per il reato di tentata estorsione” il commento dell’avvocato Gianfranco Sapia che ha assistito Filice in tutti i tre gradi di giudizio, affiancato nei primi due dall’avvocata Elena Corgnier del foro di Roma e in Cassazione dall’avvocato Luigi Colacino del Foro di Crotone.

La Cassazione ha invece dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Marco Fabrizio Di Donato, che nell’appello bis sul rito abbreviato di Geenna si era visto ridurre da 9 a 6 anni di reclusione la pena inflitta.

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