Arrestata Lara Comi, ex eurodeputata e volto noto di Forza Italia in Valle

14 Novembre 2019

Lara Comi, ex eurodeputata di Forza Italia (fu eletta nel 2009 e nel 2014 nel collegio Italia nord-occidentale, che include anche la Valle d’Aosta), è stata arrestata oggi, giovedì 14 novembre, dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano, assieme ai colleghi di Busto Arsizio. L’ordinanza che dispone la misura cautelare (è ai domiciliari) nasce da un filone dell’inchiesta “Mensa dei poveri” della Procura di Milano, su un “sistema” corruttivo in Lombardia e vede accuse, mosse a vario titolo, di corruzione, finanziamento illecito e truffa.

Alla 36enne forzista nata a Garbagnate Milanese, “ragazza prodigio” degli “azzurri” (nel 2014 è risultata la donna del centro-destra più votata d’Italia), vengono contestati in particolare tre episodi. Il primo riguarda due contratti di consulenza ricevuti dalla sua società, “dietro promessa di retrocessione di una quota parte” a Giuseppe Zingale, direttore generale della committente Afol Metropolitana (anch’egli arrestato oggi), e a Nino Caianiello, ex coordinatore di Forza Italia a Varese, ritenuto dagli inquirenti il “burattinaio” del sistema (interrogato spesso nei mesi scorsi, nel filone principale delle indagini).

In seconda battuta, Comi è accusata di aver ricevuto un finanziamento illecito da 31mila euro dall’industriale bresciano presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti. Il versamento, che sarebbe avvenuto in vista delle ultime elezioni europee (nel maggio 2019), avrebbe avuto ad oggetto una consulenza basata su una tesi di laurea scaricabile dal web, dal titolo “Made in Italy: un brand da valorizzare e da internazionalizzare per aumentare la competitività delle piccole aziende di torrefazione di caffè”.

Infine, la terza vicenda coinvolge anche l’ex collaboratore di Comi quale addetto stampa, il giornalista Andrea Aliverti, che percepiva un compenso mensile di mille euro, rimborsato dall’Europarlamento. Nell’interrogatorio ai pm coordinati dal procuratore capo Francesco Greco ha dichiarato di aver ricevuto un aumento a tremila euro, con l’obbligo di restituirne duemila a Forza Italia, per pagare le spese della sede che Comi non corrispondeva. Per gli inquirenti, l’episodio configura una truffa all’istituzione di Strasburgo.

“Sono fatti vecchi e documentati – ha spiegato all’AGI il legale di Comi, Giampiero Biancolella – è da valutare se ci siano le esigenze cautelari che legittimino i domiciliari dal momento che ipotizzare dei contatti col mondo politico e industriale per giustificare una possibile reiterazione del reato mi sembra una tesi infondata”.

All’ultima tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, Comi aveva ottenuto 3.11 preferenze in Valle d’Aosta, risultando la più votata della lista di Forza Italia nella regione dopo Silvio Berlusconi (1.044). La sua campagna elettorale aveva toccato anche la Valle, con un incontro sulle problematiche della montagna e, in particolare, dei maestri di sci. In più occasioni, nei dieci anni di permanenza all’Europarlamento, la giovane lombarda aveva rappresentato una figura di riferimento per i forzisti valligiani.

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