Assolti per l’evasione fiscale finita nell’inchiesta sull’ex pm Longarini

20 Aprile 2017

Sergio Barathier 63 anni  e la moglie Wilma Ferrero di 62, entrambi di Aosta e contitolari della gioielleria FB Aurum di Courmayeur, sono stati assolti stamane dal giudice monocratico del Tribunale Maurizio D'Abrusco dall'accusa di dichiarazione infedele, conseguente ad un'ipotesi di imposta asseritamente evasa di circa 160mila euro a testa, relativamente al 2013.

"Si tratta del procedimento che ha interessato la Procura di Milano. – ha spiegato uno dei difensori della coppia, l'avvocato Jacques Fosson, dopo l'udienza, svoltasi con il rito abbreviato – Per questa contestazione, i miei clienti hanno già definito la parte di competenza dell'Agenzia delle entrate". Proprio la rapida adesione in sede amministrativa, secondo gli inquirenti dell'inchiesta milanese in cui è finito in manette l'ex procuratore capo facente funzione Pasquale Longarini, sarebbe tra gli elementi a suffragio dell'induzione a dare o promettere utilità contestata all'allora magistrato. Per l'accusa, Longarini, che era titolare del fascicolo, avrebbe assicurato al commerciante aostano – a fronte del cambio di fornitore di prodotti alimentari per l’albergo “Royal & Golf”, sempre nella cittadina ai piedi del Bianco, di cui Baratier è comproprietario – una definizione "favorevole" del versante penale dell'accertamento fiscale che lo riguardava. L’imprenditore “indicato” dall’ex pm al titolare dell’hotel è Gerardo Cuomo, patron del “Caseificio valdostano”, arrestato come Longanimi nell’inchiesta di Milano.

Il totale dell'imposta evasa, secondo quanto accertato dalla Guardia di Finanza durante un controllo, era infatti superiore a quanto la legge individua quale "soglia di non punibilità" e presentava quindi un rilievo da vagliare anche a livello penale. "Abbiamo dimostrato, punto per punto, – ha aggiunto l'avvocato Fosson – che non c'è stata evasione ed i miei clienti sono stati assolti 'perché il fatto non sussiste', con formula piena". L'accusa era rappresentata dal pubblico ministero Edmondo Givone.

Dagli accertamenti su quelle dichiarazioni dei redditi si erano sviluppate anche le indagini, sempre curate dalle Fiamme gialle, riguardanti un'altra vicenda giudiziaria che coinvolge Barathier e la consorte, quella relativa alla presunta truffa ai danni dello Stato per la vendita di beni di lusso a cittadini cinesi mai stati in Italia, in violazione degli accordi commerciali con le case titolari, secondo i quali la cessione avrebbe dovuto avvenire in esclusiva sul mercato locale.

L'udienza per questo fronte della vicenda, secondo quanto riferito dal difensore della coppia, è in calendario per fine maggio. Stando agli accertamenti svolti dal Nucleo di Polizia tributaria, comandato dal Tenente colonnello Piergiuseppe Cananzi, il meccanismo consentiva di sfruttare (indebitamente) le agevolazioni Iva, accumulando un considerevole credito ai fini di tale imposta ed omettendo, inoltre, di versare anche i tributi dovuti per le vendite ordinarie effettuate in Valle d'Aosta.

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