Atti vandalici, la piaga crescente per i Sindaci valdostani

11 Luglio 2024

Si sono moltiplicati, nell’ultimo periodo, le segnalazioni sui social di enti locali che hanno subito atti vandalici nel loro territorio. Chiamarla emergenza è forse troppo, ma il fenomeno presenta una ricorsività crescente. A Gressan, ad esempio, nella notte tra il 3 e 4 luglio scorsi, ignoti hanno divelto la porta di una colonnina Deval nell’area verde “Les Iles”, lasciando le apparecchiature accessibili, con rischio non indifferente per i passanti.

Il grande spazio verde a fianco del bocciodromo e dei campi di calcio comunali, accessibile anche da Aosta attraverso la passerella sulla Dora, è particolarmente preso di mira. Al risveglio, quest’oggi, giovedì 11 luglio, l’(ennesima) amara sorpresa: nella palestra di roccia, una delle strutture fruibili nell’area, una plafoniera risultava divelta e l’altra rubata. In passato, era stato bersagliato anche il padiglione cucina dell’area.

In ognuno di questi casi, sottolinea il sindaco Michel Martinet, “grazie alle telecamere della zona, vengono compiuti accertamenti della Polizia locale per cercare di risalire al responsabile”. Il Comune ha anche in programma, “a breve, l’inserimento di altri punti di videosorveglianza nell’area, per migliorare la copertura rispetto a questi fenomeni”.

Gli atti vandalici a Gressan.

Al di là dell’aspetto repressivo, il fenomeno è fastidioso, perché “spicca l’assenza di senso civico”. “Per dissuadere, – aggiunge Martinet – vanno inserite più telecamere, perché sapendo che sei controllato, non commetti atti di quel genere”. Una spesa ulteriore, che – al di là del palesare il tramonto dell’etica rispetto ai beni collettivi – si aggiunge a quella sostenuta per riparare i danni dei vandali.

Quantificare un importo è difficile, perché spesso le competenze di ripristino sono differenti (ad esempio, nel caso della colonnina è intervenuta Deval e non il comune), ma “dall’inizio dell’anno a Gressan – sottolinea il Sindaco – ci sono volute diverse migliaia di euro, oltre all’intervento del personale, distolto in questi casi da altri compiti”.

Al primo cittadino Martinet va anche indigesta assai la “lettura” che, sempre più, viene data per episodi del genere. “Si dice che i ragazzi compiono questi gesti per noia, per l’assenza di opportunità loro rivolte. L’impegno, da quando sono Sindaco, è stato di valorizzare quest’area: i giochi, la palestra di arrampicata, il padiglione per le attività, anche la pala eolica… Dire che non c’è niente, quando è stato speso quasi un milione di euro, non è corretto”.

Spostandosi a Gignod, la segnalazione risale al 30 giugno, con vandalismi dinanzi al Municipio. “Ignoti – si legge nel post – hanno staccato i manifesti elettorali e li hanno attaccati su un’auto parcheggiata, hanno divelto un contenitore dei rifiuti, preso a calci e sfondato il distributore dei sacchetti per la raccolta delle feci canine, hanno capovolto in un’aiuola un vaso in pietra, hanno rotto un lampione della pubblica illuminazione”. Anche in questo caso, accertamenti sono in corso, perché – puntualizza l’ente – “la telecamera è sempre in funzione, sappiatelo”.

Certo è che, spiega la sindaca Gabriella Farcoz, nell’affidare il disappunto ai social “avevo invitato a un ripensamento, convinta come sono che si sia trattato di una ‘ragazzata’, ma non si è fatto avanti nessuno”. “Il gesto – continua – infastidisce, anche perché penso ci si possa divertire in modo molto diverso”.

L’atto vandalico a Courmayeur.

Sul piano economico, “fortunatamente, non succedeva davvero da diverso tempo e il danno in questo caso è stato relativo”. Da un vandalismo all’altro si arriva a Courmayeur. Sempre nella notte tra il 29 e il 30 giugno scorsi, “un gruppo di persone senza rispetto del bene comune ha vandalizzato la mucca all’ingresso” del paese ai piedi del Monte Bianco.

Nel rendere noto l’accaduto, anche qui la precisazione che la “Polizia locale sta facendo gli accertamenti del caso” e l’invito a chi sapesse di più a contattare il comando o il tecnico comunale, autore del post, aggiungendo che “sarebbe apprezzato anche il classico pentimento del mattino seguente (in cambio di un paio d’ore di educazione civica e lavori per la comunità)”. Il problema, insomma, è trasversale a più zone della Valle (negli scorsi anni, si era palesato in particolare nella zona di Verrès, dove erano scattate anche denunce e altre attività dei Carabinieri).

Le proporzioni appaiono ancora diverse da quanto avviene nel resto d’Italia (vedi i ragazzini che hanno devastato una falegnameria a Venezia), ma le dinamiche per cui si arriva a tali gesti non sembrano dissimili (e un’analisi socialmente seria dovrebbe includere anche i contesti familiari e scolastici e la loro evoluzione nel tempo). Per i Sindaci, comunque, una lotta impari, con l’amara e frequente constatazione del giorno dopo che – prendendo a prestito le parole del sindaco Martinet – quanto vandalizzato è sempre materiale che, “l’amministrazione comunale ha pagato grazie alle tasse di tutti”.

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