Autopsia sul cadavere senza nome, resta accreditata la morte accidentale
Non hanno sciolto tutti gli interrogativi degli inquirenti le prime risultanze dell’esame autoptico sul cadavere trovato giovedì scorso, 7 ottobre, sulla riva di un torrente in località Arpnouva, in Val Ferret (Courmayeur). La consulenza tecnica disposta dalla Procura è iniziata ieri, lunedì 11, ma la condizione del cadavere ha consentito di mettere a fuoco solo alcuni elementi. Per gli altri, occorrerà aspettare che il medico legale Serena Maria Curti completi la relazione, per cui ha a disposizione 60 giorni.
Ciò che gli investigatori hanno in mano al momento è che si tratta di un uomo di razza caucasica, non afffatto anziano (tra i 20 e i 40 anni), piuttosto alto e di corporatura robusta. Non aveva gioielli, né tatuaggi e nemmeno altri segni di riconoscimento. La morte non è precisamente collocabile nel tempo, se non in una “finestra” variabile tra le due e le quattro settimane dal momento del ritrovamento, avvenuto da parte di una coppia intenta a passeggiare al bordo della Dora di Ferret.
Anche sui traumi significativi presentati dalla salma al cranio, non è stato possibile per ora concludere se gli stessi siano precedenti all’essere finito nel torrente, o se l’uomo sia caduto in acqua e abbia urtato il capo successivamente, magari per effetto dell’essere stato trasportato dalla corrente. Gli accertamenti proseguiranno ora con gli altri esami richiesti dal pm Manlio D’Ambrosi per dare un’identità al cadavere, che includono il calco dentale e l’estrazione del dna.
E’ inoltre stata prelevata, partendo da un polpastrello, l’impronta digitale del deceduto. Il prossimo tentativo sarà di compararla con quelle contenute nelle banche dati delle forze dell’ordine per verificare se corrisponde ad un individuo presente in quei sistemi. Di certo, ed è l’aspetto su cui più si sofferma chi indaga, nessuno ha segnalato – ad oggi – la scomparsa di una persona e nessuno si è nemmeno fatto avanti dopo la diffusione della notizia del ritrovamento del cadavere.
In assenza di un’identità certa, e alla luce dell’esito attuale dell’autopsia, gli inquirenti (le indagini impegnano i militari del Soccorso Alpino della Guardia di finanza di Entrèves) non possono (ancora) escludere nessuna ipotesi. Quella più accreditata resta, tuttavia, legata ad una morte accidentale a seguito di una caduta. Sul corpo sono infatti state individuate delle lacerazioni compatibili con un rotolamento tra le rocce.