Balicco si oppone alla distruzione delle 600 Fontine sequestrategli
Per l’Azienda Usl, interessata alla vicenda per aspetti amministrativo-sanitari, le circa seicento forme di Fontina poste sotto sequestro a fine estate in più magazzini dell’alta valle di Saint-Barthélemy, riconducibili a Giuseppe Balicco, presidente della Coldiretti della Valle d’Aosta, vanno dissequestrate e distrutte.
Su quei formaggi, però, indaga anche la Procura, che ha aperto un fascicolo per ipotesi di reato legate all’idoneità degli stessi al consumo umano. Si tratta tuttavia di fattispecie penali per provare le quali sarebbe sufficiente una campionatura delle forme, senza bisogno di conservarle tutte. Il pubblico ministero Carlo Introvigne, titolare dell’indagine, ha quindi recentemente emesso un’ordinanza di dissequestro ed autorizzazione alla distruzione delle Fontine.
Una decisione contro cui Giuseppe Balicco, assistito dall’avvocato Patrizia Pellissier di Aosta, si è opposto, convinto che quei formaggi siano genuini. Il presidente di Coldiretti ha quindi depositato un’istanza di opposizione all’ordinanza del Pubblico ministero, che è stata discussa in un’udienza tenutasi nella prima mattinata di oggi, venerdì 18 dicembre. Il Giudice per le indagini preliminari, Maurizio D’Abrusco, si è riservato la decisione, che si conoscerà quindi nei prossimi giorni.
Il sequestro era stato operato dal Corpo Forestale valdostano: le contestazioni mosse a Balicco, che oltre a Coldiretti presiede l’“Association Amis des Batailles des Reines”, riguarderebbero sia l’aspetto autorizzativo dei magazzini in cui le forme erano conservate, sia l’effettuazione di trattamenti sulle stesse.