Botte alla “Veillà”: due condanne ed un’assoluzione per i giovani di Casapound
Si è chiuso stamane in Tribunale, con due condanne ed un’assoluzione, il processo di primo grado per le botte nella notte della “Veillà” di Sant’Orso del 2016. Per il giudice monocratico Marco Tornatore, Valerio Aiello e Alessandro Conti, 25 e 24 anni di Aosta, sono colpevoli del reato contestatogli di lesioni personali aggravate, da punire con 6 mesi di reclusione ciascuno. Erik Saderi, 25 anni, anch’egli residente nel capoluogo regionale, è invece stato assolto dall’accusa per “non aver commesso il fatto”.
I tre imputati fanno riferimento al movimento di destra radicale “Casapound”, così come un altro ragazzo, Igor Bosonin, a carico del quale il giudice Tornatore, nel sentenziare, ha anche disposto il rinvio degli atti alla Procura, affinché venga valutata la sussistenza del reato di falsa testimonianza, in occasione della deposizione in un’udienza precedente. Le decisioni del magistrato si completano con la revoca, relativamente a Conti, della sospensione condizionale della pena, a seguito del passaggio in giudicato di una sentenza risalente al 2012.
L’udienza di stamane si è tenuta a porte chiuse, con il rito abbreviato. Gli imputati, assistiti dall’avvocato Davide Sciulli, avevano già risarcito le parti civili costituitesi nel procedimento. A coordinare le indagini, sviluppate dalla Digos della Questura di Aosta, era stato il pubblico ministero Carlo Introvigne. Secondo le risultanze investigative, nella notte tra il 30 e il 31 gennaio 2016, gli accusati, assieme ad almeno altre tre persone mai individuate, gli imputati avevano aggredito un 24enne nordafricano, causandogli una policontusione giudicata guaribile in 15 giorni.
Inoltre, si sarebbero scagliati anche contro gli amici accorsi per difendere il malcapitato, tra i quali un 21enne di Sarre, che aveva riportato un trauma cranico, con due giorni di prognosi. Ad Aiello, l’accusa contestava l’aggravante dell’aver agito con crudeltà (per aver colpito, con un calcio dopo aver preso la rincorsa, la vittima del pestaggio, già a terra), mentre per Conti e Saderi dell’aver usato cavalletti e transenne in ferro (in zona per l’allestimento della fiera) per colpire.