Calano i delitti in Valle d’Aosta: -12% nel 2016. Scendono i furti in casa, aumentano le rapine

30 Dicembre 2016

L’errore che si potrebbe commettere è di considerare Pietro Ostuni, il questore di Aosta, come un funzionario. Forgiato dai vent’anni trascorsi negli uffici di via Fatebenefratelli a Milano, è anzitutto un poliziotto, impossibilitato (proprio in quanto tale) a dimenticare quanto fiuto e intuito incidano sul successo di chi si occupa di sicurezza, a qualsiasi livello, dall’operatore della Volante, all’investigatore infiltrato in un’organizzazione criminale.

Della Valle d’Aosta, dov’è arrivato lo scorso febbraio, ha capito in fretta quanto il problema non sia nell’entità oggettiva dei reati commessi, ma nella percezione che la comunità ha dell’essere protetta. Ha quindi messo in campo una strategia a base di prevenzione (con i “controlli straordinari” che coinvolgono il Nucleo per la prevenzione del crimine di Torino), incontri sul territorio e “tolleranza che dev’essere zero, per far vivere meglio il cittadino”, perché “siamo un servizio, non un potere”.

Ad oggi, praticamente dodici mesi dopo l’inizio della “cura”, i numeri – raccontati stamattina ai giornalisti incontrati nel penultimo giorno del 2016, assieme ai dirigenti della Questura – paiono dar ragione al poliziotto venuto da Milano (che non scorda però le sue radici pugliesi). Rispetto al 2015, il totale dei delitti perpetrati nella regione nell’anno che volge al termine è sceso da 4280 a 3739, con diminuzioni nelle singole componenti della cifra che saltano all’occhio: gli omicidi volontari sono passati da 1 a 0, i reati contro la persona da 525 a 333, i furti da 1765 a 1553 (in calo, nel totale, anche quelli in abitazione, da 442 a 319) e le truffe e frodi informatiche da 365 a 341.

In discesa anche i danneggiamenti (da 530 a 404), i reati connessi agli stupefacenti (da 52 a 41), le estorsioni (da 17 a 15) e le violenze sessuali (da 5 a 4). In sostanza, calano tutte le cifre del crimine più “antipatico” o “fragoroso”, quello in grado di incidere in maniera rilevante sulla percezione dell’ordine da parte di chi vive e lavora in un luogo. Non sarà che la gente denuncia meno ciò che subisce? Ostuni non si scompone all’ipotesi e risponde: “interveniamo anche sugli episodi più semplici, come una serratura forzata. Sensibilizziamo, in ogni occasione, a segnalare anche le piccole cose: anche solo la macchina sospetta che si aggira in un quartiere. Per noi è utile a fare attività di prevenzione”.

Peraltro, a conferma del fatto che la cittadinanza non abbia abbandonato lo strumento della denuncia, qualche indicatore in aumento, per la verità, esiste: tra i furti sono saliti quelli negli esercizi commerciali (da 115 a 129), così come quelli sulle auto in sosta (da 141 a 158), le rapine sono passate da 9 a 19 e i delitti informatici da 67 a 71. Sarebbero oscillazioni percentuali relative, tuttavia, se comparate a quelle dei valori in regresso, ma il Questore non si accontenta: “riceviamo, dalla cittadinanza, anche delle lettere di ringraziamento, com’è avvenuto da poco con il Comitato del quartiere Cogne, però c’è chi ci chiede anche di fare di più. Ecco, quello è il nostro obiettivo”.

Differenziato, ma su queste cifre vanno considerate anche alcune modificazioni intervenute a livello legislativo, l’andamento dei numeri di persone denunciate ed arrestate. Le prime sono scese da 469 a 418, mentre le manette sono scattate decisamente più di frequente dell’anno scorso (da 46 a 106 fermi). L’attività di prevenzione, per effetto proprio dei “controlli straordinari”, ha visto un’impennata: i soggetti controllati sono aumentati da 51.362 a 71.349, le autovetture da 26.805 a 32.162 e i documenti da 36.069 a 54.307. 

La “panoramica” sui dati 2017 si chiude con l’Ufficio immigrazione, che restituisce quanto la questione sia d’attualità. Le espulsioni sono aumentate, negli ultimi dodici mesi, da 135 a 217, gli ordini del Questore da 84 a 136 e gli accompagnamenti al CIE (da 16 a 29) e alla frontiera (da 20 a 28) anche. Infine, in ordine alla divulgazione, nell’anno scolastico 2015/2016 la Polizia ha promosso e tenuto 73 incontri formativi in varie istituzioni della Valle, per un totale di 3432 studenti interessati. Le tematiche affrontate: educazione stradale, alla legalità, navigazione sicura sul web, bullismo, cyberbullismo, droghe e stupefacenti.

L’altra cosa che il questore Ostuni ha imparato sul campo è che i riscontri positivi, soprattutto in un luogo dalle dimensioni relative come la Valle, vanno condivisi. A commento dei dati forniti non ha quindi perso l’occasione per affermare che “il merito non è solo degli operatori della Polizia di Stato, ma anche dell’efficace coordinamento con le altre forze dell’ordine, tra le quali inserisco pure il Corpo Forestale Valdostano, che nelle attività di prevenzione ci dà una grossa mano”. 

I numeri di fine 2017 costituiranno un termine di paragone interessante, perché la “cura” sarà iniziata a quel punto da due anni. Anche questo però Pietro Ostuni lo sa: non a caso, la rotta annunciata al pubblico e dettata ai “timonieri” della Questura apparsi assieme a lui oggi, è chiara: “bisogna sempre fare di più”.

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