Casinò, per la Corte dei Conti la rotta della Regione non sembra esser stata invertita
Non poteva che essere la Casa da gioco di Saint-Vincent la protagonista dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti. Il procuratore ha ripercorso la vicenda – “l’ingiustificata dissipazione di provviste erariali di enorme consistenza” – che ha portato alla citazione in giudizio di 22 consiglieri regionali e di un funzionario. Rispetto alle "carte" dell'inchiesta, la novità di questa mattina è rappresentata dagli accenni fatti dal Procuratore all'attuale situazione del Casinò dove, a quanto lascia intendere Roberto Rizzi, la rotta della Regione non sembra esser stata invertita.
“L’unica prospettiva di sopravvivenza era e pare continuare a essere il sostegno finanziario della Regione” ha sottolineato il Procuratore. E ancora “gli indicatori sintetici dell’attività del Casinò mostrano e continuano a mostrare l’insussistenza di margini di redditività tali da rendere credibile la sussistenza di una duratura situazione di autosufficienza, in grado di assicurare l’assolvimento, pieno e puntuale, oltre che degli ordinari oneri di funzionamento, anche degli impegni nascenti dai finanziamenti contestati”.
Il nuovo piano di ristrutturazione aziendale del Casinò viene poi esplicitamente richiamato dal Procuratore quando, parlando di Cva – “salvadanaio sorprendentemente pingue, dal quale è stato attinto, per sostenere finanziariamente il Casinò nel quinquennio considerato, il considerevole importo di 80 milioni di euro” – ricorda come “più di recente, si è fatto ricorso per l’ulteriore ed integrale finanziamento (27,2 milioni di euro) del nuovo piano".
Insomma per il Procuratore l'iniezione di liquidità pubblica "ha costituito e seguita a rappresentare il rimedio immunizzante contro il rischio di perdita di capacità solvente della casa da gioco”.
Gli amministratori regionali non si sono fermati ad attingere risorse da Cva neppure quando si è deciso di quotare in borsa la partecipata regionale.
“Sorprende che la prospettiva – rallentata a seguito della legge Madia – della quotazione sul mercato telematico azionario di Borsa di un soggetto imprenditoriale e dinamico e capace di portare avanti una gestione profittevole, seppure con qualche opacità strategica (come la vicende delle turbine ed altro materiale idroelettrico di provenienza cinese sembra dimostrare) non costituisca un freno alla voracità finanziaria della Regione che essendo al vertice della filiera societaria di controllo – evidenzia Rizzi – dovrebbe massimamente adoperarsi per evitare che, i continui prelievi delle riserve straordinarie e distribuzioni degli utili di esercizio possano deteriorare la robustezza finanziaria della controllata e, conseguentemente, compromettere il buon esito del collocamento sul mercato delle sue azioni”.
L'aeroporto Corrado Gex
Accanto alla casa da gioco il Procuratore generale ha voluto accendere i riflettori anche sull’aeroporto Corrado Gex definito “monumentale esempio di infruttuoso impiego di cospicue risorse pubbliche”.
Rizzi ha evidenziato come è “sintomatica della problematicità del caso”, “la vetustà delle informazioni valorizzate, in primo piano nel sito internet della Regione”.
“Le difficoltà generate da un modello di conduzione rivelatosi disastroso e ad alto tenore di vischiosità gestoria sono tanto innegabili, quanto rilevanti.- dice il Procuratore – Queste difficoltà però sembrano costituire un fin troppo efficace freno per l’assunzione di lungimiranti strategie, volte, per un verso, a valorizzare gli ingenti investimenti fatti nel recente passato nell’infrastruttura aeroportuale e per altro verso, a creare una efficiente combinazione con gli altri mezzi di trasporto (quello ferroviario e autostradale che pure non sono immuni da aspetti seriamente problematici)”.
Costi della democrazia e vitalizi
Infine nel discorso del Procuratore sono entrati i costi della democrazia. “In una fase storica caratterizzata da una sempre meno malcelata conflittualità sociale, da una spesso ostentata insofferenza verso le istituzioni rappresentative, da problemi di ricerca e mantenimento di lavori congruamente remunerati da difficoltà di gestire gli inarrestabili flussi migratori”….”non basta infatti che la spesa pubblica soprattutto quella legata ai coti della democrazia, sia legittima, ma occorre anche che sia percepita come giusta, cioè non come fonte di privilegi e sperperi”.
In particolare Rizzi sembra aver apprezzato le ultime modifiche approvate ai “vitalizi”. “Modifiche – ha spiegato Rizzi – che pur denotando una indubbia e apprezzabile sensibilità al problema non hanno ricevuto adeguata attenzione”. Al contrario a suscitare "clamore" è stata la possibilità concessa, con la finanziaria 2017, a 50 ex consiglieri di ritirare 23 milioni di euro circa.
Somme, ha puntualizzato Rizzi, che sono il "frutto di corrette metodologie di attualizzazione delle future prestazioni frazionate e, probabilmente, la capitalizzazione potrà risultare, da un punto di vista finanziario, addirittura maggiormente conveniente per l'amministrazione rispetto ai pagamenti delle rendite mensili".