Champdepraz, il “circuito chiuso” dei rifiuti a conduzione familiare ipotizzato dalla Dda

09 Luglio 2020

È nel maggio 2019 che la Procura di Aosta si mette in moto sulle ipotesi di abuso edilizio ed abbandono di ingenti quantità di fresato di asfalto nel comune di Champdepraz, su aree riconducibili alla famiglia dell’imprenditore Luigi Berger. Si tratta delle indagini da cui è affiorato lo scenario di un traffico illecito di rifiuti per cui è scattato il blitz di ieri, mercoledì 8 luglio, in cui la Guardia di finanza, eseguendo un decreto del Gip del Tribunale di Torino (richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia), ha posto sotto sequestro un’area di 17mila metri quadrati in via Freydoz, nell’area artigianale ed industriale del paese.

Nelle investigazioni iniziali, gli inquirenti si concentrano su due aspetti. Anzitutto, l’attuazione di una riqualificazione, senza le autorizzazioni necessarie (che risultano essere state chieste più volte, ma mai ottenute), di un’area del torrente Chalamy. Per il pm Eugenia Menichetti, reggente del dipartimento investigativo ambiente e territorio, quell’intervento, in assenza di titoli, concretizza l’abuso edilizio. Dagli accertamenti, gli inquirenti ritengono che l’azione sia stata condotta sollevando il piano di campagna dell’area torrentizia, attraverso la posa del conglomerato bituminoso recuperato dalla fresatura delle strade.

Quel materiale è considerato un rifiuto speciale, che andrebbe quindi smaltito secondo procedure specifiche e non reimpiegato in lavori del genere. Un’altra quantità importante, 9.400 tonnellate, ne viene trovata nell’area della “Alfatech Srl” dei Berger, a valle della località Fabbrica, tra l’autostrada e la Dora Baltea. Stando alle risultanze delle indagini, è stoccato senza autorizzazione e non in modo corretto, vista la sua natura, aspetto dal quale deriva la contestazione di discarica abusiva. Conclusi gli accertamenti, lo scorso marzo il pubblico ministero chiede al Gip di emettere un decreto penale di condanna per gli indagati coinvolti.

Si tratta dell’impresario (ed ex primo cittadino del paese) Luigi Berger, dei suoi figli Gianluca e Federica, e della nuora Paola Allietto. Per loro, la Procura chiede un’ammenda di 15.943 euro ognuno, quale affermazione di colpevolezza in entrambi i reati. Per il solo abuso edilizio, in qualità di progettista dell’intervento, nei confronti di Jury Corradin (che è anche l’attuale sindaco di Champdepraz), la richiesta di multa è inferiore, ammontando a 15.868 euro. L’emissione del provvedimento è al vaglio del Tribunale di Aosta.

In quel frangente, il secondo piano di via Ollietti informa anche la Dda di Torino degli accertamenti svolti. Dagli stessi si palesano infatti indizi di un traffico illecito dei rifiuti, per cui è competente la Procura distrettuale. Viene aperto così un nuovo fascicolo, affidato al pm Valerio Longi, che vede al momento cinque indagati, in buona parte corrispondenti a quelli dell’indagine aostana. Si tratta di Luigi Berger, di sua moglie Attilia Buillas, dei figli Federica e Gianluca e della consorte di quest’ultimo Paola Allietto, che oltre ad essere parenti risultano soci a vario titolo di tre aziende di famiglia.

Al centro dell’inchiesta vi è infatti “l’articolato sistema di gestione del rifiuto” che, attraverso le ditte, gli indagati sarebbero riusciti a creare, senza coinvolgere altri. In particolare, dai cantieri della “Costruzioni Stradali B.G.F. Srl” avrebbero tratto il fresato, trasportandolo poi tramite la “Servival S.r.l.” e stoccandolo indebitamente sul terreno della “Alfatech S.r.l.”. Tale “circuito chiuso” a condizione familiare, nella valutazione degli inquirenti, avrebbe consentito il risparmio dei costi di stoccaggio corretti del conglomerato, stimati dalle “Fiamme gialle” in circa 200mila euro per le quantità di materiale rinvenute.

Le indagini proseguono anche per comprendere per quale motivo sia proseguita la riqualificazione dell’area del torrente Chalamy, vista la mancata concessione delle autorizzazioni del caso. Nelle perquisizioni scattate ieri in occasione del sequestro, disposto dal Gip di Torino Valentina Giuditta Soria, i militari del Gruppo Aosta hanno infine acquisito corposa documentazione fiscale e contabile delle aziende dei Berger, per “reperire ulteriori fonti di prova” sui reati per i quali è al lavoro la Dda torinese.

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