Cinque società nel “crack” contestato a due immobiliaristi
Sono cinque le società, impegnate nella costruzione e nella compravendita di stabili ed oggi fallite, che facevano capo ai due immobiliaristi indagati dalla Procura di Aosta. A Roberto Noventa, 58 anni di Aosta, e Roberto Invernizzi, 57 anni residente a Rho (ma, all’epoca dei fatti, nel capoluogo regionale), il pm Luca Ceccanti contesta una bancarotta fraudolenta continuata da poco meno di tre milioni di euro, assieme ad una truffa aggravata da 8-900mila euro in totale.
Le condotte delittuose avrebbero raggiunto, secondo quanto ricostruito dai militari dell’aliquota della Guardia di finanza della Sezione di polizia giudiziaria presso la Procura, il culmine nel periodo 2012-13, con la subentrata crisi del mattone come propellente, ma sarebbero continuate sino a due anni fa. Le immobiliari coinvolte, di cui i due indagati erano legali rappresentanti, sono la “Etoile”, la “Cure de Chevrot”, la “Croix de Ville”, la “Eglantier” e la “Notre maison”, tutte attive in media ed alta valle nel campo delle prime e seconde case (ad Aosta, ad esempio, curavano un cantiere in via Tourneuve).
Della distrazione di fondi imputata ai due immobiliaristi, dell’ammontare complessivo di 2,8 milioni di euro, 700mila euro sono relativi a prelievi personali effettuati in contanti o in assegni, mentre 1,7 milioni si riferiscono a operazioni infragruppo. Le indagini, scattate a seguito della prima relazione del curatore fallimentare delle società, hanno messo in luce l’assenza di contabilità legata alle movimentazioni finite sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti.
Gli accertamenti sono stati complessi: i finanzieri – di fronte a cinque fallimenti societari e due individuali – hanno passato al setaccio quasi cinquanta conti correnti (trentadue societari e diciotto personali), ognuno dei quali sviluppava decine di operazioni. Nell’indagare sono emersi anche gli episodi valsi a Noventa e Invernizzi (ora sottoposti all’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria) le accuse di truffa: quattro acquirenti, divenuti quindi persone offese, malgrado le ripetute rassicurazioni e garanzie, non hanno ricevuto le abitazioni per cui hanno consegnato caparre per un totale di 8-900mila euro.