Cogne, la gestione del centro sportivo di Epinel finisce alla Corte dei Conti
La gestione del centro sportivo di Epinel, nel periodo dal settembre 2018 al giugno 2020, avrebbe trascurato il campo da calcio, per concentrarsi sull’annesso locale commerciale. Così facendo, la società affidataria sarebbe venuta meno agli obblighi del contratto stipulato con il Comune di Cogne. Per parte sua, dinanzi a tali mancanze, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto risolvere il rapporto e non, a sua volta, distogliere l’attenzione dal bene sportivo, per concentrarsi su richieste riguardanti il punto di ristoro.
Sono i due profili di contestazioni mosse, a vario titolo, dalla Procura regionale della Corte dei Conti – che ipotizza un danno erariale per complessivi 36.500 euro – a quattro amministratori comunali (l’attuale sindaco Franco Allera, assieme a Claudio Perratone, Mirko Carlesso e Andrea Celesia), al segretario comunale Marco Truc, nonché a Cinzia Abram, della società “Popia S.a.S.”, incaricata della gestione. La discussione della causa si è tenuta oggi, giovedì 27 ottobre, nella sala conferenze della Biblioteca regionale, adibita per l’occasione ad aula di udienza.
Nel respingere l’impostazione accusatoria, l’avvocato Lorenzo Sommo (difensore dell’azienda affidataria) ha ricordato che “il campo sportivo ha funzionato sempre, ma non ha prodotto quei ritorni economici previsti sulla carta”. Se fino al 2007/8 c’erano squadre che compivano ritiri estivi nella località ai piedi del Gran Paradiso, o stage di compagini giovanili, da allora ciò non è più avvenuto – ha ripercorso il legale – “ma non per manco di capacità imprenditoriale” della società, bensì per decisione delle squadre stesse.
Ne deriva che “ciò ha portato al fatto che divenisse prevalente il ritorno derivante dalla struttura commerciale”, ma “il tentativo di adempiere al contratto, stabilito su presupposti che non si sono avverati, c’è stato”. Al riguardo, il difensore ha ricordato anche il contenzioso accesosi tra la società e il Comune, dinanzi al tribunale ordinario, conclusosi da poco con una conciliazione e il relativo versamento di una somma da parte della “Popia”. Esito ritenuto assorbente dell’ipotesi di danno sostenuta in aula dal procuratore Giuseppe De Rosa.
La Procura regionale però contesta tale transazione, ritenendo che il rapporto – avendo al centro il campo, cioè un bene pubblico – non fosse di locazione (come considerato dal magistrato civile che ha deciso in merito), ma di concessione. Pertanto, sia le forme di risoluzione, sia il successivo contenzioso avrebbero dovuto essere diversi. Su questo aspetto, l’avvocato Giovanni Borney – che assiste gli amministratori comunali – ha insistito a sua volta. “Si è cercato di gestire la situazione contemperando le esigenze della gestione e quelle del Comune”, ha affermato.
“All’inizio del 2019, – ha aggiunto, respingendo le accuse di ‘inerzia’ mosse al Municipio rispetto alla situazione del Centro – l’amministrazione ha avviato i provvedimenti per arrivare alla risoluzione del contratto, compatibili con la qualificazione dello stesso, che il giudice civile ha confermato”. Sul tema è tornato anche l’avvocato Fabrizio Callà, difensore del segretario comunale: “si contesta che il bene sia stato goduto dalla società senza versare corrispettivo. Quella ipotesi di danno però è stata compensata a seguito del pagamento avvenuto per ordine di un giudice”.
Per parte sua, la Procura resta convinta che l’inadempienza rispetto al campo da calcio ci sia stata, recando pregiudizio al Comune. Non solo perché non c’è traccia (la Guardia di finanza, incaricata, non ne ha trovata) della prevista rendicontazione sull’utilizzo della struttura, ma anche perché lo stato di abbandono della struttura era certificato da fotografie scattate durante gli accertamenti contabili. Esaurita la discussione in aula, la decisione del collegio giudicante è attesa nelle prossime settimane.