Coronavirus, al via la terapia domiciliare. I sanitari contagiati, intanto, salgono a 63
La terapia per i positivi al Covid-19 a domicilio è iniziata. Non si tratta però del “Protocollo Marsiglia” – ipotesi ventilata di recente –, come spiega il coordinatore dell’emergenza Luca Montagnani: “Con i medici di Medicina generale abbiamo stabilito un protocollo di somministrazione di farmaci a domicilio per pazienti Covid positivi. Verrà utilizzato un solo farmaco, però, con l’uso di idrossiclorochina. L’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco, ndr.) infatti sconsiglia l’associazione con un altro farmaco, e per ora si utilizzerà solo questo”.
I sanitari risultati positivi salgono a 63
Cresce anche il numero degli operatori sanitari positivi al Covid-19. Sempre Montagnani, infatti, conferma il dato: “Ad oggi ce ne risultano 63. 28 sono infermieri, 17 medici, 7 amministrativi, 6 Oss, 4 operatori tecnici ed il Commissario dell’Usl”.
Nel frattempo, aumentano anche i volontari a disposizione dell’Usl: “Oggi sono arrivati due anestesisti rianimatori – prosegue Montagnani – già in servizio in ospedale. Siamo in attesa anche di personale infermieristico, ad oggi la carenza più importante. È stata fatta richiesta di 50 inserimenti, alcuni arriveranno la prossima settimana, e speriamo in una buona quantità”.
L’attenzione, soprattutto durante la “curva piatta”
“Arrivare ad un ‘curva piatta’ dell’epidemia – chiude il medico che coordina l’emergenza Coronavirus – non significa ‘uscire dal tunnel’, e anche quando i contagi saranno ridotti a zero ci vorrà tanto tempo. Se molliamo ora, in questa fase di culmine della patologia alla quale siamo arrivati dopo un mese, rischiamo di risalire in fretta. Sono due giorni di questi risultati, è un dato non ancora affidabile. Gli accessi al Pronto soccorso per Covid stanno leggermente scendendo, ma per capire se c’è una vera discesa questo deve durare almeno una settimana. Se volete bene ai vostri cari cercate di stare a casa e sopportare ancora, altrimenti i numeri torneranno a salire”.