Coronavirus, numeri stabili ma l’attenzione resta alta: “Situazione estremamente grave”

20 Marzo 2020

Restano 258 i casi di persone positive al coronavirus in Valle d’Aosta. Scendono invece a 63 i ricoverati al “Parini”, 14 dei quali però sono in Rianimazione, cui si aggiungono gli otto pazienti deceduti 195 in isolamento domiciliare.

A salire sono le persone in isolamento domiciliare precauzionale, sotto sorveglianza medica, che arrivano a 2.230. Diventano invece 263 i tamponi negativi e a 295 quelli in attesa di risultato.

“I numeri ci dicono che la situazione è estremamente grave – ha spiegato Luca Montagnani, coordinatore dell’emergenza – e continuo a fare stesse raccomandazioni: bisogna stare a casa e mantenere il distanziamento sociale, è l’unica arma che abbiamo per contenere l’epidemia. È un momento difficile, lo sarà ancora nei prossimi giorni ma se manteniamo queste misure aiutiamo la regione ed il sistema sanitario”.

Gravità della quale Montagnani non fa mistero, anzi: “Se abbiamo persone a noi care, amici, parenti, conoscenti, persone a cui vogliamo bene e vogliamo rivederle quando sarà finita questa emergenza state a casa”.

 

Stop dei tamponi a Torino, Aosta raddoppia in attesa del nuovo “estrattore”

 Nel frattempo Pier Eugenio Nebiolo, Direttore sanitario dell’Usl, porta notizie non proprio edificanti: “Mancano i Dpi –  spiega – oggi abbiamo scritto una lettera perché non arrivano in Valle. Rischiamo, nei prossimi giorni, di non avere le protezioni adeguate per i nostri sanitari sul territorio e nell’ospedale”.

Per questo l’Usl sta battendo strade alternative, come le mascherine ordinate dalla Cina: “I Dispositivi di protezione non ci sono a livello centrale – spiega Pio Porretta, capo della Protezione civile – e sono fermi ai confini. È un problema di tutte le regioni, stiamo percorrendo mercati paralleli. Dalla Cina abbiamo ordinato un lotto di 60mila mascherine per la Protezione civile e 80mila per l’ospedale”.

Nebiolo aggiunge: “L’ospedale Amedeo di Savoia ha chiuso i battenti per noi, oggi ci hanno detto che la possibilità di mandare i tamponi non c’è più. Il dato positivo invece è che il nostro laboratorio, in pochi giorni, ha raddoppiato i tamponi che analizza passando da 60 a 120, con un lavoro che va dalle 12 alle 15 ore al giorno”.

Non solo: “Abbiamo ordinato un nuovo ‘Estrattore’ che arriverà nei primi giorni di aprile, ma è difficile dirlo visto lo stato dei trasporti. È un apparecchio da 50, e sarà un bell’aiuto”.

I positivi nelle microcomunità

Comincia intanto a delinearsi la situazione nella microcomunità di Pontey dove l’analisi dei tamponi va avanti e fa segnare altri due pazienti positivi portando il conto totale a 17.

Tra utenti e pazienti un caso di positività è stato riscontrato in un’altra micro: “A me risulta quella di Verrès” chiude Montagnani.

Exit mobile version