“Corruzione in Valle d’Aosta”, chiuse le indagini: la Procura contesta l’associazione a delinquere

14 Maggio 2018

Sono sette gli indagati, al termine dell’inchiesta della Procura sul giro di corruzione riguardante diverse società partecipate regionali. Tra questi figurano l’ex presidente della Regione, Augusto Rollandin, il già consigliere delegato del Forte di Bard e manager Finaosta Gabriele Accornero e l’imprenditore alimentare Gerardo Cuomo. A loro tre, nell’avviso di chiusura indagini notificato stamattina, gli inquirenti contestano l’associazione a delinquere finalizzata a commettere delitti contro la pubblica amministrazione e il reato di corruzione continuata per plurimi atti contrari ai doveri d’ufficio, “quali promotori ed organizzatori del sodalizio criminale”.

I tre, assieme al libero professionista Simone D’Anello (31 anni, Aosta), all’artigiano edile Salvatore D’Anello (45, Aosta), all’imprenditore Davide Bochet (50, Saint-Pierre), e all’artigiano Francesco Maruca (43, Saint-Christophe), sono poi ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, concorso in corruzione continuata per plurimi atti contrari ai doveri d’ufficio e peculato.

Le indagini hanno riguardato, tra l’altro, l’affitto di un capannone della “Autoporto SpA”, a Pollein, alla società “Caseificio valdostano”, di cui è titolare Cuomo, con successiva rinegoziazione del contratto di locazione. Nello scorso novembre, i Carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dal pm Luca Ceccanti e dal procuratore Paolo Fortuna, avevano arrestato l’imprenditore ed Accornero, in esecuzione di una misura di custodia cautelare accordata dal Gip, poi venuta meno per entrambi il 24 dicembre. Erano state effettuate, inoltre, quindici perquisizioni domiciliari, anche a carico di esponenti politici.

Per le posizioni di due artigiani, coinvolti all’epoca, la Procura ha ora chiesto l’archiviazione, mentre quella di un altro indagato è stata oggetto di stralcio. Le indagini erano partite da un filone dell'inchiesta della procura di Milano sull'ex procuratore capo di Aosta facente funzione, Pasquale Longarini: erano stati i magistrati milanesi ad inviare per competenza parte del fascicolo ad Aosta. Il sistema corruttivo ipotizzato dagli inquirenti riguarda principalmente le forniture di beni, non solo alimentari, ad alcune partecipate regionali, oltre a vari “scambi di favori”.

Exit mobile version