Corte dei Conti, dal Procuratore “bacchettate” sull’utilizzo delle risorse pubbliche

28 Febbraio 2019

Risorse comunitarie, fondi di rotazione e più in generale l’impiego di risorse finanziarie pubbliche, a volte paralizzate per opere incompiute. In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti il procuratore regionale Massimiliano Atelli accende i riflettori sulle politiche regionali.

Dal bilancio regionale, dove solo il 10% delle risorse è destinato agli investimenti. “Una criticità” sottolinea il Procuratore “Perché un futuro fatto di certezze maggiori, o, se si preferisce, di minori incertezze, si costruisce definendo e gestendo politiche pubbliche di investimento che guardino almeno al medio periodo”.

Nella piccola regione italiana, secondo Atelli, pare “in astratto ragionevole definire e applicare – con buon senso, prudenza e misura – politiche di sviluppo territoriale finanziate con risorse pubbliche”. La realtà è però diversa. “In concreto, tuttavia, misure e strumenti funzionali alla crescita economica, come i fondi di rotazione, mostrano in questo territorio riconosciuti segnali di forte sofferenza, – spiega il Procuratore – per il ricorso troppo ampio fattovi in passato, non sempre con effettiva e/o proporzionata utilità finale di impiego”.

Non va meglio sul fronte degli interventi di politica industriale e/o di sviluppo (marketing territoriale incluso) messi in piedi dell’Amministrazione regionale. Il Procuratore in questo caso richiama “il grande tema del rigore – nella valutazione preventiva delle condizioni di fattibilità e dei risultati attesi, nonché nell’impiego di contributi ricevuti – che è sempre necessario applicare”.

Non manca poi un affondo sulle opere incompiute. La Procura regionale ma anche la sezione di controllo regionale da tempo sono al lavoro sul progetto del nuovo ospedale, sull’aerostazione ma anche sulla nuova università.

“Interventi iniziati e non finiti sono sempre una sconfitta per tutti: – scandisce Atelli – per chi ha ideato ma non ha realizzato, ma soprattutto per i cittadini diretti destinatari dei servizi pubblici che quell’intervento avrebbe consentito di erogare (senza dimenticare gli altri cittadini, le cui esigenze si sarebbero potute soddisfare, in alternativa, se sin dal principio si fossero ad essere destinate le risorse rimaste invece impaludate nell’opera incompiuta).”
Le ragioni della sconfitta stanno, secondo il procuratore nella mancanza “di una seria analisi costi-benefici (questione di grande attualità) o qualcosa è stato erroneamente sovrastimato: la domanda effettiva di servizi pubblici cui l’opera era destinata, oppure la provvista finanziaria realmente disponibile, oppure la concreta capacità realizzativa, o ancora le condizioni di stabilità politica necessarie per concludere e non solo per iniziare un intervento. Oppure, tutte queste cose messe insieme”.

Lo sviluppo economico del territorio si compie non solo con risorse proprie, ma anche attraverso fondi comunitari. Purtroppo la Valle d’Aosta negli ultimi anni non ha brillato nella gestione delle risorse del Fondo sociale europeo e nel 2018, unica regione italiana, è andata incontro al disimpegno di circa 3 milioni di euro.  Un fascicolo è stato aperto dalla Procura sulla vicenda.

“Anche le mancate entrate (perdute, in genere, per un mancato o intempestivo facere) rientrano nel perimetro d’azione tipico delle Procure erariali.  – ricorda Atelli – Perché la Corte dei Conti si occupa sì di corruzione, ma anche di cattivo uso o non uso delle risorse pubbliche, e di mancate entrate (che rappresentano sempre, occorre rammentarlo, opportunità perdute di erogare utili servizi pubblici ai cittadini)”.

Nel 2018 la Procura regionale ha aperto 116 fascicoli, con una giacenza residua di 538 vertenze pendenti, contro le 494 dall’inizio dell’anno.
Le somme riscosse per sentenze di I e II Grado ammontano ad oltre 65mila euro.
Sempre nel 2018 sono stati emessi 6 inviti a fornire deduzioni, in relazione ai quali sono stati depositati 3 atti di citazione, contestando danni erariale per circa 140 milioni di euro. La quasi totalità di questo importo attiene alla vicenda Casinò, il cui appello è atteso, come hanno spiegato il presidente della Corte dei Conti della Valle d’Aosta, Pio Silvestri e il procuratore regionale, Massimiliano Atelli, entro la fine del 2019. 

Mi pare una regione che ha delle potenzialità inespresse – il giudizio sulla Valle d’Aosta del Presidente della Corte dei Conti della Valle d’Aosta, Pio Silvestri  – il vero problema politico è questo.  Le quotidianità sono tante, vi sono tanti spunti, è una regione che potrebbe essere di più di quello che è”.

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