Costi della politica, il Procuratore generale chiede l’annullamento della sentenza d’appello

29 Marzo 2018

Nell'ambito del processo torinese di secondo grado sui “costi della politica” non sarebbero stati risentiti, in aula, i testimoni. Sulla base di tale vizio procedurale (tecnicamente, l'assenza di “rinnovazione”), nell'udienza in corso a Roma oggi, giovedì 29 marzo, il procuratore generale della Corte di cassazione Alfredo Viola ha avanzato la richiesta di annullare, con rinvio, la sentenza d'appello sulla vicenda che ha interessato quindici consiglieri regionali valdostani, ex ed in carica.

Su tale istanza dovranno pronunciarsi, con un verdetto che è atteso in serata, i giudici della sesta sezione della Suprema corte. Sulla “rimborsopoli” del Consiglio Valle, le sentenze dei primi due gradi di giudizio avevano mostrato segni opposti. Al Tribunale di Aosta, dove l'inchiesta sui fondi ai gruppi era partita, tutti e ventisette gli imputati – chiamati a rispondere di reati che includevano il peculato, il finanziamento illecito dei partiti e l'indebita percezione di contributi pubblici – erano stati assolti.

A Torino, la Corte d'appello si era invece espressa per un ribaltamento parziale del grado precedente, pronunciando quindici condanne, di entità variabile tra i quattro mesi e i due anni e quattro mesi.

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