“Crack” dei discount, anche per il terzo arrestato fine dei domiciliari
Anche per Milo Cannatà, 41enne aostano arrestato e posto ai domiciliari lo scorso 8 agosto con l’accusa di bancarotta fraudolenta, assieme al padre Francesco (74) e al fratello Vasco (45), ha avuto fine la detenzione tra le mura di casa. L’istanza di attenuazione della misura cautelare presentata dal suo difensore, l’avvocato Jacques Fosson, era stata inizialmente respinta in occasione dell’interrogatorio di garanzia del 10 agosto, quando erano state invece accolte quelle degli altri due arrestati.
Alcuni giorni dopo, a seguito della presentazione di documentazione difensiva, il gip Paolo De Paola ha accordato anche a lui, a decorrere dallo scorso 17 agosto, la commutazione dell'arresto in obbligo di firma (fissato una sola volta al giorno, contro le tre cui sono sottoposti i congiunti coinvolti nella vicenda). Il legale ha puntato sul dimostrare l’assenza, da parte di Milo Cannatà, di funzioni amministrative nelle due società di distribuzione alimentare dichiarate fallite e finite al centro dell’inchiesta della Guardia di finanza, sostenendo che fosse semplicemente socio in qualità di componente della famiglia.
Secondo gli inquirenti, coordinati dal pm Luca Ceccanti (che aveva espresso, all’indomani del primo deposito, parere negativo su qualsiasi riduzione del regime di arresti domiciliari) il “crack” delle due società, quantificato in circa due milioni e mezzo di euro, sarebbe avvenuto distraendo fondi dal patrimonio delle stesse, già in condizione di dissesto economico, e “dirottandoli” su altre aziende del “gruppo” familiare. Le Fiamme gialle del Gruppo Aosta avevano iniziato ad indagare a seguito di verifiche fiscali relative alle annualità 2012-3. Una quarta persona è indagata a piede libero per concorso in bancarotta fraudolenta.