“Crack” dei discount, definitiva l’assoluzione di Vasco Cannatà
E’ definitiva l’assoluzione di Vasco Cannatà, 50enne aostano, nel processo iniziato nel 2020 sui “crack” di due società impegnate nella gestione di supermercati “discount” ad Aosta, Saint-Christophe e Sarre. Per l’assoluzione, “per non aver commesso il fatto”, dall’accusa di bancarotta fraudolenta si era già pronunciata la Corte d’Appello di Torino nel maggio 2023. Tuttavia, il Procuratore generale aveva proposto ricorso in Cassazione, limitatamente ad alcuni capi d’imputazione.
La Suprema Corte, nell’udienza dello scorso 17 aprile, aveva dichiarato il ricorso inammissibile, confermando quindi la sentenza di secondo grado, di esito assolutorio. Da poco sono state depositate le motivazioni della decisione, in cui i giudici mettono nero su bianco che la sentenza della Corte d’Appello è sorretta da motivazione che “non lascia incertezze sulla circostanza che non vi sono spazi per la prova della responsabilità” dell’imputato, non avendo egli “svolto attività decisionale e gestoria”.
“Dopo un lungo travaglio processuale, – sottolineano gli avvocati Stefano Moniotto e Davide Rossi, difensori di Cannatà – è stata dunque finalmente e irrevocabilmente provata l’innocenza del signor Vasco Cannatà, il quale, dopo aver subito un’ingiusta detenzione agli arresti domiciliari nelle indagini preliminari nonché una sentenza di condanna in primo grado, ha dovuto ancora affrontare un ulteriore grado di giudizio nonostante l’assoluzione in appello per un ricorso della Procura generale risultato ‘inammissibile’, ‘generico’ e ‘assertivo’”.
“Dopo anni difficili, – concludono i legali – il signor Vasco Cannatà può ora confortarsi del giusto epilogo della vicenda”. Nello stesso procedimento erano stati coinvolti anche il padre, Francesco Cannatà, che dopo la condanna in primo grado era deceduto, con i giudici d’appello a decretare il “non doversi procedere” nei suoi confronti. Il fratello Milo Cannatà (46 anni) aveva invece patteggiato, per la medesima imputazione, un anno ed otto mesi di carcere, senza arrivare dunque al secondo grado di giudizio.
I tre imprenditori l’8 agosto 2018 erano stati arrestati durante le indagini, con le misure a loro carico successivamente revocate. Per gli inquirenti, Vasco Cannatà era socio di fatto delle due aziende, dichiarate fallite nel 2016 e nel 2018. Una tesi che, dopo la condanna in primo grado, non è stata riconosciuta dai giudici d’appello e, con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso in Cassazione, cade in via definitiva. Le indagini della Procura di Aosta erano state condotte dalla Guardia di finanza, partendo dai dati notati in alcune verifiche fiscali.