Dalle pulizie di casa a quelle del conto in banca: 44enne arrestata
Capito che le loro carte Bancomat non erano più nei “nascondigli” dove le conservavano, tramite il figlio si erano affrettati a bloccarle. Troppo tardi, però, perché la mattina dopo, all’amara scoperta se ne era aggiunta un’altra: nell’arco di sei giorni, sui conti dei due ultraottantenni, erano stati effettuati nove prelievi, per un totale di 5.200 euro. Oltre a loro e ai familiari, l’unica persona ad entrare in casa era la collaboratrice domestica che li aiutava da qualche settimana, la 44enne Cinzia Davisod, residente a Quart, che si trova ora agli arresti domiciliari. Il pm Francesco Pizzato la accusa del furto aggravato delle due tessere e dell’utilizzo indebito delle stesse.
Dopo la denuncia della coppia di anziani, giunta lo scorso 5 aprile, ad indagare è stata la Sezione di Aosta della Polizia postale e delle comunicazioni. Tutti i prelievi (risalenti ai giorni dal 30 marzo al 4 aprile scorsi) risultavano effettuati dagli sportelli automatici degli uffici delle Poste di Nus e di via Ribitel, ad Aosta. Gli agenti hanno acquisito i filmati delle telecamere di videosorveglianza, dai quali è emerso che a ritirare il denaro era sempre la stessa persona. I titolari dei due conti hanno riconosciuto inequivocabilmente, nelle immagini, la donna che li affiancava nelle faccende domestiche.
I Bancomat erano custoditi, assieme ai rispettivi pin, in due buste nei cassetti di un mobile e di un comodino della camera da letto dei coniugi. Conoscendo la casa a fondo, non era difficile individuarli. Davisod non è peraltro nuova ad episodi del genere. Nel marzo 2018, per le stesse accuse, aveva patteggiato dinanzi al Gip del Tribunale un anno di reclusione e 600 euro di multa (in quel caso, con una carta “Banco Posta” aveva prelevato dieci volte, per 2.600 euro). A suo carico pende poi un decreto di citazione a giudizio per due ulteriori episodi di furto (del 25 gennaio e del 18 maggio 2018, nei quali è accusata di aver tratto un profitto di circa 27mila euro), a danno dei due anziani che assisteva.
Un passato recente, che, soprattutto al fine di scongiurare il rischio di reiterazione del reato, ha spinto la Procura a richiedere una misura cautelare, individuata dal pm Pizzato nella custodia in carcere. Il gip del Tribunale Giuseppe Colazingari ha accolto l’istanza, perché “il quadro indiziario a carico dell’indagata è indubbiamente gravissimo” e si tratta di “persona dedita abitualmente alla commissione di reati quali quelli oggi contestati”, ma “la custodia domiciliare pare idonea ad impedire” a Davisod “di approfittare di ulteriori” occasioni “connesse allo svolgimento di rapporti di collaborazione domestica”. Niente carcere. Per ora.