Il detenuto sentitosi male in carcere è morto per arresto cardiocircolatorio

18 Luglio 2024

Secondo i primi riscontri dell’autopsia effettuata ieri, mercoledì 17 luglio, la morte di Mauro Rosso, 42enne di Biella, è stata causata da un arresto cardiocircolatorio. A disporre l’esame era stata la Procura, nell’ambito del fascicolo per omicidio colposo aperto sul decesso dell’uomo, detenuto al carcere di Brissogne e portato dopo un malore nell’istituto al “Parini”, dov’è morto cinque giorni dopo.

Dall’esame, svolto dall’anatomopatologo torinese Roberto Testi, è emerso anche un quadro clinico compromesso. Risultanze che non orientano verso responsabilità di terzi nell’accaduto. La relazione completa sull’autopsia sarà consegnata al pm Manlio D’Ambrosi entro 60 giorni e, a quel punto, il magistrato potrà determinarsi sul fascicolo, decidendo se chiederne l’archiviazione, o meno.

Rosso si trovava nel carcere di Brissogne per scontare un cumulo di pene per diversi reati. Si è sentito male lunedì 8 luglio: dopo il malore e i soccorsi nel carcere da parte della Polizia penitenziaria e la rianimazione del medico in servizio, era stato trasportato al “Parini”. Ricoverato, è rimasto in coma fino al giorno in cui è deceduto, sabato 13.

Era stata la moglie a depositare una denuncia sui fatti, chiedendo di fare luce sull’accaduto. Da lì, l’apertura del fascicolo da parte della Procura aostana, con la richiesta dell’autopsia, atto considerato dovuto viste le circostanze. Rosso, a Biella, era stato al centro di numerosi episodi di cronaca. Quello più grave risale al 2016, quando, nella funicolare della cittadina piemontese, aveva aggredito un imprenditore della zona.

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