Dipendente in condizioni inumane, gli imputati scelgono l’abbreviato

21 Maggio 2019

Comparsi dinanzi al Gup del Tribunale di Aosta, Giuseppe Colazingari, hanno chiesto di essere giudicati con l’abbreviato. È la scelta compiuta nell’udienza preliminare di oggi, martedì 21 maggio, da Marina Pascal (35 anni) e Roberto Marchetto (50), rispettivamente titolare e gestore di un’azienda agricola a La Salle, accusati dalla Procura di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Il giudice ha ammesso gli imputati al rito alternativo, fissandone la discussione per il prossimo 21 novembre.

Secondo gli inquirenti, coordinati dal pm Carlo Introvigne, i due avrebbero applicato condizioni disumane ad un loro dipendente, nel periodo tra gennaio e marzo 2018. In particolare, gli sarebbero stati riconosciuti mediamente dieci euro di retribuzione per quindici ore di lavoro, periodi di riposo in assoluta difformità dalla normativa in materia e l’“ospitalità” in un container (cioè, in una “situazione alloggiativa degradante”). Il reato contestato è stato rivisto da una legge del 2016 e trova il suo presupposto nell’approfittarsi, da parte del datore dell’impiego, dello stato di bisogno del lavoratore.

Il solo Marchetto, inoltre, è chiamato a rispondere di lesioni personali e minacce. In un episodio, collocato dall’inchiesta al 3 marzo dell’anno scorso, l’uomo si sarebbe scagliato contro il dipendente e lo avrebbe colpito con dei calci quando era già a terra, rompendogli la mano sinistra (il trauma era stato giudicato guaribile in 30 giorni). Alle botte sarebbero anche seguite le frasi: “Tanto io so come farti sparire nel letamaio, così non ti troverà più nessuno. Io sono stato un datore di lavoro e so come comportarmi e cosa eventualmente dire. Io non ho più nulla di intestato quindi non mi puoi fare nulla”.

Nella contestazione della Procura, queste ultime due ipotesi di reato sono aggravate dall’aver commesso il fatto per guadagnare l’impunità rispetto allo sfruttamento del lavoratore. Proprio dagli accertamenti sull’episodio sarebbe infatti emersa la condizione d’impiego al centro delle altre accuse.

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