Due anni di carcere per l’accoltellamento di due fratelli al “Prince” di Quart
Due anni di reclusione e la revoca della sospensione condizionale, disposta con una sentenza del 2016. E’ la pena inflitta dal giudice monocratico del Tribunale di Aosta, Marco Tornatore, ad Achraf Laabid El Bagari, 20enne residente ad Aosta. Il giovane è comparso stamattina a processo, perché accusato dell’accoltellamento di due fratelli di Saint-Marcel (di 16 e 18 anni) nella discoteca “Prince” di Quart.
I fatti risalgono alla notte tra il 3 e il 4 dicembre 2016. Da quanto ricostruito dai Carabinieri del Comando stazione di Nus, coordinati nelle indagini dal pubblico ministero Eugenia Menichetti, dopo un primo litigio, conseguente presumibilmente a vecchi screzi risalenti addirittura a sei anni prima, El Bagari si era allontanato e la situazione sembrava tornata calma. Poco dopo, però, con un gesto improvviso, aveva riavvicinato i due, ferendoli gravemente al collo, con un arma da taglio mai identificata.
Il 20enne, sempre nella ricostruzione dei militari, si era poi allontanato prima dell’arrivo delle Forze dell’ordine, ma i due fratelli lo avevano riconosciuto e denunciato. Gli uomini della Compagnia di Châtillon/Saint-Vincent, comandata dal Tenente Carmelo Stefano Mossucca, lo avevano quindi arrestato dieci giorni dopo l’aggressione, su ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari.
Inizialmente, il ragazzo era stato indagato per tentato omicidio e minaccia grave. La prima delle due imputazioni, nel frattempo, era stata derubricata in lesioni personali aggravate, a seguito di una perizia che aveva stabilito come i fendenti inferti non potessero rivelarsi mortali. Era quindi stato scarcerato, con l’esigenza cautelare soddisfatta dalla misura dell’obbligo di firma.
Nel corso dell’udienza di oggi, svoltasi con rito abbreviato, il giudice monocratico ha escluso la premeditazione del gesto. In aula, il pm Menichetti, aveva chiesto di condannare El Bagari a 26 mesi di reclusione. L’imputato era difeso dall’avvocato Antonio Testa. Per quei fatti, il questore di Aosta, Pietro Ostuni, aveva anche disposto la chiusura della discoteca per quindici giorni.