I caschi al cielo e il rombo dei motori per l’ultimo saluto a Riccardo Murzilli
Il rombo dei motori Ducati, Kawasaki, Suzuki, sale al cielo mentre passa il carro funebre con il feretro di Riccardo Murzilli, il 24enne morto domenica scorsa in un incidente in moto sulla strada di Saint-Nicolas. Per chi vive a due ruote, quello non è un rumore, ma un suono ed è naturale tanto quanto il respiro.
E’ anche l’ultima cosa che il giovane ha sentito in vita e, per questo, l’omaggio dei bikers che l’hanno accompagnato anche nel viaggio di oggi, mercoledì 30 agosto, come in tanti altri prima, commuove tutti i numerosi presenti, stretti attorno alla famiglia di Riccardo e agli amici più prossimi sull’ingresso del cimitero di Aosta.
E’ la moto è anche nella foto all’ingresso della sala che ospita l’ultimo saluto e nel casco del giovane, nero con una stella bianca sulla parte superiore, posato sulla bara. Don Alessandro Cavallo, cui è affidata la funzione, dice che “questo è il momento in cui entra tutto nel cuore”, ricordando che “la cosa più bella, più grande che possiamo fare” è “rivivere una carezza, un abbraccio, un sorriso, di tutto ciò che abbiamo vissuto con Riccardo”.
Il sacerdote ricorda poi che questa morte “ha dato la vita a tante persone, grazie al dono di tutto ciò che possedeva”, riferendosi alla scelta dei familiari di acconsentire all’espianto degli organi. Una scelta che, ha aggiunto Don Cavallo “mi ha fatto pensare che – anche se il momento che viviamo è drammatico e difficile da comprendere per tutti, da quel piccolo gesto in terra nasce la vita”.
Conclusa la celebrazione religiosa, il fratello Federico racconta che il primo pensiero di queste lunghe giornate è stata la “sfortuna per quanto successo”. “Però – ha continuato, abbiamo ricevuto tanti gesti e mi hanno fatto pensare alla fortuna di aver incontrato questo ragazzone per un giorno, per un minuto, per una vita”.
“Questo ragazzo – ha detto ancora Federico – aveva l’altruismo di dare sempre, a tutti, senza chiedere mai niente indietro. Oggi dobbiamo restituirgli la promessa di portare avanti i suoi gesti, le sue passioni e il suo essere una persona speciale”. Un discorso chiuso, con la voce rotta, dal ringraziamento “a Ricky per averci dato un regalo che noi non potremo sprecare”.
Una collega dell’ITS Mobilità sostenibile di Torino, dove Murzilli era co-docente da quest’anno, dopo essersi qualificato tecnico superiore, ha tenuto quindi a mantenere una promessa fatta al giovane, quando gli aveva detto che “sarebbero arrivate le felpe, quelle grigie dei docenti, e che ci saremmo visti per consegnartela. Ora la do alla tua famiglia”. Un dono che la mamma Daniela, insegnante d’inglese, il papà Massimo, funzionario del comune di Aosta, hanno accolto stringendolo tra le mani.
Quando il feretro è tornato sul piazzale del cimitero, prima di salire sul carro che lo avrebbe accompagnato al tempio crematorio, i bikers si sono nuovamente stretti a cerchio, alzando i caschi al cielo. L’ultimo gesto, sottolineato dagli applausi, a un fratello con cui hanno condiviso la strada, ma anche quella “luce negli occhi” di “una persona speciale”.