E’ straniero il pilota del parapendio precipitato sul Monte Bianco

26 Giugno 2019

E’ di nazionalità straniera il pilota del parapendio morto, nel pomeriggio di oggi, mercoledì 26 giugno, sul Monte Bianco. Ad informare il Soccorso Alpino della Guardia di finanza di Entrèves, che indaga sull’incidente, è stato il Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne di Chamonix, dopo la segnalazione degli amici che si erano lanciati con la vittima. Domani, giovedì 27, i parenti sono attesi a Courmayeur, dove (alla camera mortuaria del cimitero) è stato portato il corpo recuperato dal Soccorso Alpino Valdostano, per il riconoscimento formale.

A quanto ricostruito sinora dai finanzieri comandati dal maresciallo aiutante Delfino Viglione, l’uomo, che non aveva documenti su di sé, dopo essersi lanciato dalla vetta, verosimilmente per un problema alla vela, è precipitato, finendo sulla parete ovest della montagna. Una volta impattato è rotolato per centinaia di metri, finendo nel crepaccio terminale ai piedi della cresta del Brouillard, ad un’altitudine di 3.700 metri, sul versante italiano della montagna.

Il recupero è stato reso difficile dalle condizioni meteo eccezionali, con circa 17 gradi in quota. In un primo tempo alle guide è stato impossibile avvicinarsi, per le continue scariche di sassi ed acqua causate dalla temperatura anomala. Dopodiché, l’acqua ha spostato il corpo, trascinandolo in una zona meno pericolosa per i soccorritori, che sono riusciti a raggiungerlo, non potendo fare altro che constatarne il decesso.

Nella giornata di oggi, stando alle testimonianze raccolte dal Sagf e rilanciate anche dai media francesi, il Monte Bianco è stato letteralmente preso d’assalto per il volo a vela. Almeno 150 parapendii si sono posati sulla sommità del Monte Bianco dopo essere decollati duemila metri più in basso (l’aria surriscaldata facilita il moto ascensionale). Un’affluenza super, tanto da rendere impossibile avvicinarsi, in prima battuta, all’elicottero del Soccorso Alpino Valdostano allertato dalla Gendarmeria avvicinarsi, proprio per per i rischi legati alla presenza delle tante vele. “Sierra Alfa 1” ha dovuto allontanarsi ed aspettare che lo spazio aereo si liberasse, per poi ridecollare.

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