Esproprio “al ribasso”, il Comune di Aosta dovrà pagare 108mila euro
Un’indennità di espropriazione determinata “al ribasso” costerà al Comune di Aosta 108mila euro più del previsto. Lo ha stabilito la prima Sezione civile della Corte di Cassazione che, con una sentenza pubblicata negli scorsi giorni, ha respinto il ricorso dell’amministrazione cittadina contro un verdetto, del novembre 2012, della Corte d’appello di Torino.
In quell’occasione, i giudici civili, dopo aver ridefinito il dovuto in 130.592 euro, avevano condannato il Municipio a riconoscere l’integrazione della somma calcolata per espropriare, nel 2009, un terreno di pertinenza del condominio “Stella”. La procedura si era resa necessaria per sistemare ed allargare una strada comunale, nella zona di corso Ivrea. La stima, all’epoca, era stata effettuata in 22mila euro. Tre società, esercenti attività commerciali nello stabile, si erano opposte, lamentando la “mancata valorizzazione del deprezzamento dell’area residua”, perché la superficie oggetto di espropriazione (di 173 metri quadrati) era destinata a sosta temporanea delle auto dei clienti.
Dopo la sentenza torinese, il Comune ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando tre motivi d’impugnazione. I giudici li hanno ritenuti non fondati, perché l’area espropriata era “parte accessoria” del condominio, legata ad esso “da un vincolo di unitaria destinazione economica”. Smembrarlo ha comportato a carico della proprietà restante un pregiudizio “consistito nella diminuzione di valore che ne è derivata alla parte residua del complesso condominiale” e che ha “inciso sia sulle singole proprietà individuali all'interno del condominio, sia sulle residue parti comuni”. La sentenza della Suprema Corte condanna anche l’amministrazione di piazza Chanoux a pagare 5.600 euro di spese legali.