Estorsioni a commercianti e intimidazione dei testimoni, il pm chiede 10 anni

03 Febbraio 2020

Richieste di pena che, complessivamente, arrivano a 10 anni di reclusione. Le ha avanzate oggi, lunedì 3 febbraio, il pm Luca Ceccanti nel processo nato da una serie di episodi estorsivi, nei confronti di alcuni commercianti, su cui aveva indagato il Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza. Imputati sono i tre fratelli Valentino (51 anni), Guido (55) ed Enrico Rodà (53). Dopo le arringhe dei rispettivi avvocati, il gup Davide Paladino ha rinviato l’udienza, per eventuali repliche dell’accusa e contro-repliche dei difensori, al prossimo 11 febbraio.

Valentino Rodà era stato arrestato dai finanzieri il 13 settembre 2018. Secondo le indagini, l’uomo, vantandosi di essere già stato in carcere e ricorrendo a minacce, sarebbe riuscito ad ottenere, da un carrozziere, un gommista e un commerciante, noleggi auto per circa 10mila euro, un cambio di pneumatici, nonché il pagamento di un intero mutuo per l’acquisto di un capannone, del valore di 180mila euro (in rate da 1.200 euro ed anche con l’offerta di garanzie personali). La paura suscitata dalla figura dell’uomo assicurava, per le Fiamme gialle, il silenzio delle sue vittime. Per lui, imputato per estorsione continuata, il pm Ceccanti ha invocato al giudice 6 anni di carcere.

Guido ed Enrico Rodà entrano in scena il 31 ottobre 2018. In occasione di un’udienza per sentire alcuni testimoni a carico del fratello minore, nella ricostruzione della Procura, si erano presentati al terzo piano del palazzo di giustizia aostano, rivolgendo alle persone convocate sguardi minacciosi, che in un caso erano diventati anche uno spintone. Ne erano nati attimi di tensione, risolti dall’intervento del personale di sicurezza, poi da quello della sezione di Polizia giudiziaria, quindi dai militari della Guardia di finanza che avevano condotto l’indagine sulle estorsioni.

Secondo gli inquirenti quell’atteggiamento aveva, almeno in parte, centrato l’obiettivo. La portata delle dichiarazioni di due dei tre testimoni, una volta in aula, era apparsa diversa da quanto prefigurato inizialmente dinanzi al pm (dalla “mutazione” di versioni aveva tratto beneficio Valentino, cui erano stati revocati gli arresti, a favore di una misura cautelare meno afflittiva). I due erano così stati accusati di intralcio alla giustizia e il loro procedimento è stato riunito a quello del fratello, già in corso. Per Guido ed Enrico Rodà, il rappresentante della Procura ha chiesto due anni di carcere a testa. Nella prossima udienza, dopo la chiusura definitiva della discussione, è attesa la sentenza.

Valentino Rodà
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