Fermata al tunnel del Bianco la presunta mandante del rogo di una baraccopoli in Calabria

09 Aprile 2018

Era su un pullman che, nel pomeriggio di ieri, domenica 8 aprile, stava entrando in Italia, al traforo del Monte Bianco. Gli agenti della Polizia di frontiera hanno controllato i passeggeri e, malgrado i suoi documenti risultassero in regola, hanno chiesto ad una 47enne nigeriana, Lise Emike Potter, di seguirli. Una volta in ufficio, ai suoi polsi sono scattate le manette. Sulla donna pendeva infatti un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Palmi (Reggio Calabria) lo scorso 27 febbraio.

Il provvedimento era stato emanato per concorso in strage, con l’aggravante di aver agito per motivi abietti e futili. La Procura della località calabrese ritiene infatti la 47enne mandante del rogo che, il 27 gennaio 2018, ha distrutto oltre duecento baracche della vecchia tendopoli, allestita nella zona industriale del comune di San Ferdinando (sempre in provincia di Reggio). In quell’incendio, morì una donna di origini nigeriane, Becky Moses, mentre altri due extracomunitari avevano riportato gravi ustioni.

Dalle indagini, effettuate dai Carabinieri, la Potter avrebbe pagato alcuni connazionali, per l’incendio della baracca in cui dimorava una 25enne, che lei sospettava aver intrattenuto una relazione con il suo ex convivente, un liberiano 36enne, anch'egli ospite della tendopoli. Ricevuto il denaro, i complici, la notte del 27 gennaio, sarebbero entrati in azione, cospargendo di benzina la baracca in cui dormiva la rivale in amore e dandosi alla fuga.

Le fiamme, in modo inatteso, si sono però velocemente propagate all’intero accampamento, interessando oltre duecento baracche e causando le ustioni a due stranieri, nonché la morte di Becky Moses, che si trovava in una struttura a poca distanza dall’origine del rogo. Arrestata a Courmayeur, Lise Emike Potter è stata portata al carcere “Lorusso e Cotugno” a Torino, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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