Finanziamenti 2017 al Casinò: approfondimenti della Corte dei Conti

27 Dicembre 2018

I procedimenti penali e contabili che, sino ad oggi, hanno riguardato i finanziamenti regionali al Casinò erano relativi ad erogazioni (per circa 140 milioni di euro) avvenute tra il 2012 e il 2015. Un documento della Sezione di Controllo della Corte dei Conti pubblicato in questi giorni, tuttavia, solleva criticità anche in ordine ai trasferimenti disposti in epoca più recente. Per la precisione dalla legge n. 7, approvata dal Consiglio Valle nel maggio 2017.

Il provvedimento, adottato dall’Assemblea nella parentesi della Giunta presieduta da Pierluigi Marquis, autorizzava a finanziare la società di gestione della Casa da gioco, attraverso la gestione speciale di Finaosta, per un ammontare di 20 milioni di euro. Quattordici sono stati liquidati lo scorso anno, in due tranches. La terza, per i restanti 6 milioni, era prevista per il 2018, ma non è mai stata versata, finendo anche al centro di diverse tensioni tra forze politiche.

L’obiettivo della legge era “favorire il raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario e il recupero della redditività aziendale del Casinò”, secondo “le modalità e i tempi previsti nel piano di ristrutturazione aziendale” elaborato dall’allora amministratore unico Giulio Di Matteo, la cui nomina fu tra i primi atti dell’Esecutivo a guida Stella Alpina, in cui assessore alle finanze (con delega alla casa da gioco) era Albert Chatrian di Alpe.

Secondo la Sezione – che vi dedica una “specifica notazione” nella “Relazione sulla tipologia delle coperture finanziarie adottate nelle leggi regionali approvate dal 1 gennaio 2017 al 25 giugno 2018 e sulle tecniche di quantificazione degli oneri – la norma stabilisce l’onere economico, “ponendolo a carico del bilancio” della finanziaria regionale, ma “individua un’anomala modalità” con cui vi si dovrà far fronte.

Il riferimento è, in particolare, all’incremento “per complessivi euro 27.200.000” del Fondo di dotazione della gestione speciale di Finaosta, attraverso “riserve risultanti nel bilancio certificato del 2015, distribuite da CVA SpA, nell’anno 2017”. In sostanza, nel mirino della magistratura contabile c’è l’utilizzo, nei trasferimenti al Casinò, di fondi provenienti da un’altra partecipata regionale.

Per la Corte dei Conti, “a prescindere dalla violazione della normativa in materia di modalità di copertura delle spese”, già “stigmatizzata in analoghe fattispecie”, e “dalle valutazioni circa la nuova operazione di depauperamento del patrimonio netto di CVA”, va considerato che l’importo di 14 milioni “riversato nelle voci di spesa del rendiconto avrebbe determinato un peggioramento del risultato di amministrazione”, nonché “una diversa certificazione dell’obiettivo di saldo”.

Dall’esame della legge, si legge inoltre nella relazione, “elementi di criticità emergono anche” sulla garanzia fidejussoria (da 7,2 milioni di euro, ndr.) autorizzata dalla stessa legge regionale. “La Sezione ritiene – è la conclusione del documento – che i necessari approfondimenti in materia, possano essere più opportunamente compiuti nell’ambito della specifica attività conoscitiva che la Sezione sta svolgendo in materia di società partecipate della Regione”.

Exit mobile version