“Forti elementi di opacità”: la Corte dei conti “boccia” Finaosta

31 Ottobre 2019

“Forti elementi di opacità”, tali da aver “sfavorevolmente inciso sugli equilibri di bilancio della Regione e sulla sua corretta esposizione dei dati che esso è destinato ad accogliere”. Il giudizio, contenuto nella relazione sul controllo della legittimità e della regolarità della gestione speciale di Finaosta per il periodo 2013-2017, è della Sezione di controllo della Corte dei conti per la Valle d’Aosta. L’analisi della magistratura contabile ha riguardato, in particolare, l’indebitamento della finanziaria regionale.

“Sul piano generale della significatività e della fedeltà dei dati esposti, – si legge ancora nel documento – deve rilevarsi come la sottostima dei costi sostenuti in conto capitale non possa ritenersi scevra di conseguenze in termini di drenaggio di risorse disponibili a favore della collettività”. La relazione individua come “auspicabile” l’emanazione “di una disciplina statale di settore”, al fine di “assicurare una maggiore certezza operativa”, pur nella “consapevolezza che il quadro normativo concernente la disciplina delle finanziarie regionali si presenti molto incerto, frammentario e disorganico”.

Tuttavia, per i giudici contabili “deve ritenersi che tutte le osservazioni formulate” sulla gestione speciale “cospirino nel senso della necessità di una profonda rivisitazione della disciplina legislativa ed amministrativa che è stata sottoposta all’esame”. Il punto, agli occhi della Sezione di controllo, è che le modalità di funzionamento della gestione speciale di Finaosta assumono “carattere di assoluta specialità sul panorama nazionale”, perché “si rivelano idonee a configurare una vera e propria ‘gestione fuori bilancio’, seppur anomala nei suoi tratti caratteristici”.

Tale circostanza “ingenera, peraltro, fondati dubbi sulla sua stessa legittimità”. I giudici raccolgono in quattro punti gli elementi che “sortiscono l’effetto di rendere inintellegibile la finalizzazione delle risorse pubbliche impiegate” da Finaosta. Anzitutto, la norma istitutiva della gestione speciale autorizza “la società finanziaria regionale, partecipata al 100% dalla Regione, a gestire denaro pubblico in deroga alle ordinarie procedure contabili”, con l’effetto che gli esiti finali “sfuggono alla rappresentazione nei documenti contabili regionali”. Non solo, perché “tali dati non sono nemmeno rappresentati nel bilancio d’esercizio della” controllata.

Inoltre – è la valutazione della Sezione – Finaosta “non può definirsi ‘organo straordinario dellAmministrazione’” incaricato “della gestione di risorse dedicate anche se, nella verifica concreta dei fatti, sia emerso come essa giochi effettivamente questo ruolo”. Dopodiché, “le finalità istituzionali della gestione speciale non possono dirsi non altrimenti perseguibili” dall’amministrazione regionale. In questa direzione la Corte dei conti legge “la rilevata assenza di un reale beneficio organizzativo alla base della costituzione del fondo”, in relazione al quale la Regione, “in risposta a specifica istruttoria sul punto, non ha fornito persuasivi elementi di convincimento”.

Infine, “non essendo redatto un bilancio consuntivo di carattere pubblico” o, in alternativa “un rendiconto annuale della gestione (da trasmettere ai competenti organi di controllo), potrebbero “nutrirsi seri dubbi di legittimità costituzionale nei confronti della stessa legge istitutiva”, che “non assicura, pur con i correttivi via via adottati, il regime minimo di garanzie fissato dalla legge (obbligo di rendiconto e sottoposizione a controllo della Corte dei conti)”. Riguardo alle osservazioni, la Sezione assegna novanta giorni “per far conoscere le determinazioni assunte” al riguardo, con il “beneficio degli approfondimenti che si riterranno necessari” in sede di “esame del rendiconto regionale”.

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