Furti in stazioni sciistiche ed abitazioni: due condanne, un rinvio a giudizio e un’assoluzione
L’operazione “Alba Bianca”, condotta dai Carabinieri nel luglio 2016, aveva fatto finire in manette un gruppo di albanesi (gran parte dei quali catturati tra Torino e provincia) ritenuto responsabile di furti in stazioni sciistiche ed abitazioni tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Da quei fermi, in parte già giudicati in Piemonte, è nato anche un procedimento al Tribunale di Aosta, che ha visto oggi, martedì 20 febbraio, due condanne, un rinvio a giudizio ed un’assoluzione.
Al termine dell’udienza di stamane – in cui il pm Carlo Introvigne contestava agli imputati, a vario titolo (visto che le intercettazioni e i posizionamenti raramente piazzavano tutti i componenti dell’organizzazione assieme sui luoghi interessati), cinquantasei episodi di furto – Artit Cupi e Giorgia De Francesco, che avevano scelto il rito abbreviato, sono stati condannati rispettivamente a tre anni e due mesi (e 454 euro di multa) e a due anni e sei mesi (oltre alla multa di 334 euro). Un’amica della donna a giudizio è comparsa per assistenza agli associati, ma è stata assolta.
Il presunto capo della banda, che secondo le indagini era presente in tutti i “colpi” relativi al processo valdostano, Naim Cera, risulta irreperibile, perché colpito circa due anni fa da provvedimento di espulsione dall’Italia. L’uomo ritenuto dagli inquirenti il suo “braccio destro”, cioè Taulant Qoshja, è stato rinviato a giudizio con rito ordinario: la prima udienza è stata fissata per il prossimo 25 maggio. I furti, secondo quanto ricostruito nelle indagini, risalgono al periodo tra la fine del 2015 e la primavera del 2016, con la banda che agiva sempre di notte.