Furti, ricettazione e minacce: 4 anni di carcere ad aostano
Accusato di quattro furti aggravati (di cui uno in abitazione), di averne tentati altri tre, di ricettazione e di minacce, il 36enne aostano Daniele Rubino è stato condannato oggi, giovedì 13 dicembre, al termine del processo celebrato con rito abbreviato, a quattro anni di carcere. Nel sentenziare, il giudice monocratico Marco Tornatore ha raddoppiato la richiesta avanzata dal pm Rosa Maria Catroppa, che aveva invocato per l’uomo, con vari precedenti specifici a carico, ventiquattro mesi di reclusione.
I fatti per cui è stato giudicato Rubino, difeso dall’avvocato Valeria Fadda del foro di Aosta, risalgono all’inizio di quest’anno. Nella notte del 17 gennaio scorso, stando alle indagini condotte dalla Polizia, che ha visionato anche le immagini di alcuni impianti di videosorveglianza delle attività coinvolte, l’uomo avrebbe compiuto un vero e proprio “raid” nel centro di Aosta, introducendosi (dopo aver forzato porte e vetrate) in due ristoranti, in un salone di parrucchiera e in una camera di albergo, occupata da una famiglia.
“Bottino” della “notte di ordinaria follia” (in parte reso ai legittimi proprietari, a seguito del rinvenimento in perquisizioni effettuate dagli agenti a carico dell’imputato): tre telefoni cellulari, un tablet, un computer portatile e circa cinquecento euro in contanti. Nelle stesse ore, secondo la ricostruzione della Questura, Rubino avrebbe inoltre tentato, sempre tramite effrazioni e danneggiamenti, di entrare in un altro ristorante e in un negozio di sigarette elettroniche, senza però riuscirvi.
Nei capi di imputazione contestati al 36enne vi erano anche due episodi, avvenuti nello scorso febbraio, di cui si sono occupati i Carabinieri. Il primo riguardava un tentato furto in un bar di Aosta, di cui l’imputato avrebbe tentato (invano) di forzare la serratura della porta d’ingresso. Il secondo era, invece, rappresentato dall’aver offerto, ad un residente in media valle, di comprare un tablet rubatogli pochi giorni prima. L’uomo, capito cosa stava accadendo, ha reagito chiamando il 112 e l’imputato, dopo essersi allontanato, lo avrebbe minacciato con un messaggio in cui era menzionata “una coltellata”.