Furto di portafogli a Verrès, due condanne e un’assoluzione

13 Novembre 2015

Erano accusati, in tre, di aver commesso un furto in un negozio, ricorrendo ad un vecchio classico del genere: due distraggono l’esercente, il terzo ruba. Al termine del primo grado di giudizio, cui si è giunti stamattina al Tribunale di Aosta, però, per uno degli imputati, arriva l’assoluzione. Sorpresa: è quello accusato di aver materialmente sottratto la refurtiva, mentre la condanna cade sui “distrattori”.

I fatti, il 10 ottobre del 2013, a Verrès. E’ una mattina come tante e i due uomini che entrano in una cartolibreria non destano sospetti nella figlia della titolare, in quel momento dietro il banco. Nemmeno le continue richieste di informazioni su un quaderno, che poi non viene acquistato, paiono più strane di tanto.

Quando la coppia lascia il negozio, però, la verità viene a galla: nel retro, dalle borse di figlia e madre, sono spariti i portafogli. Bottino, per la verità, magro (in tutto, un centinaio di Euro), ma il negozio è videosorvegliato e i gestori mettono immediatamente a disposizione delle forze dell’ordine le immagini. La dinamica appare chiara: un terzo individuo si è introdotto nel negozio mentre la commerciante illustrava il prodotto ai due e, non visto, ha commesso il furto.

Una telecamera non lontana, all’orario del furto ha anche “catturato” una macchina, una Citroen, che potrebbe essere quella usata dai tre per allontanarsi. Caso vuole che, in un normale posto di controllo al casello autostradale di Pavone Canavese, la Polizia la fermi, qualche ora dopo. A bordo ci sono tre persone, che vengono identificate. Per gli inquirenti tutto torna: scatta l’accusa di furto in concorso.

Oltretutto, nelle verifiche successive, la commerciante riconosce, senza esitazioni, uno dei due “distrattori”. E’ proprio lui a chiedere il rito abbreviato al Giudice per l’Udienza Preliminare, uscendo così di scena, con una condanna. Per gli altri due – Francesco Chianese (30 anni) e Mauro Barbetta (27), entrambi di Biella – il processo continua e si arriva all’udienza di oggi.

Secondo l’accusa, rappresentata dal Pm Cinzia Virota, Chianese è l’altro “distrattore”, mentre Barbetta è il ladro. Il quadro probatorio complessivo li inchioderebbe alle loro responsabilità e la richiesta è quindi di condannarli, a 6 mesi di reclusione e 200 Euro di multa ognuno.

Gli avvocati dei due, dopo aver chiesto il rito abbreviato, impostano la linea difensiva sul “gioco delle parti”. “Nessun elemento prova che Chianese abbia effettivamente distratto la commerciante. Era presente, ma non è nemmeno detto che abbia capito cosa stesse accadendo” afferma il primo, mentre il secondo gli fa eco: “non vi è documentazione fotografica che provi il ruolo del mio assistito e la macchina su cui sono stati poi fermati i tre non è stata ripresa da una telecamera del negozio, ma da una più lontana. Certo, a carico di Barbetta vi sono indizi, ma tali restano”.

Il giudice monocratico Marco Tornatore si ritira per deliberare e, al ritorno in aula, la sentenza: 4 mesi di reclusione e 200 Euro di multa per Chianese, mentre Barbetta viene assolto “per non aver commesso il fatto”.

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