Giuditta e Gianfranco, storia di un cammino diviso a quota 3.500
Continua a lottare per la vita, in condizioni disperate, in un letto d’ospedale a Ginevra, la guida alpina Gianfranco Sappa, 60 anni, vittima di un incidente sulle Aiguilles Marbrées (sul versante francese del massiccio del Monte Bianco), nel quale ha perso la vita la sua compagna Giuditta Parisi, 47 anni. È successo nel primo pomeriggio di ieri, giovedì 8 agosto, e i gendarmi del Peloton de Haute Montagne di Chamonix riconducono, come prima ipotesi, la caduta dei due (per circa 150 metri) allo sfilarsi della corda usata per calarsi in “doppia” dall’ancoraggio nella roccia, escludendo crolli o pietre spostate da altri alpinisti.
A Sappa – originario di Ormea (in provincia di Cuneo), guida della Società di Courmayeur (vive a Morgex) dall’inizio degli anni ’80 dopo una parentesi da bancario – i colleghi guardano unanimemente come ad un professionista esperto e prudente e la traversata in cui era impegnato, affrontata con la donna cui era legato sentimentalmente da oltre sei anni ormai (per questo, alla base delle guide non risultavano indicazioni di clienti per la sua uscita di ieri), viene considerata un “itinerario facile, con una pendenza massima di 40 gradi”.
L’inchiesta della gendarmeria francese si incaricherà di verificare la ricostruzione iniziale formulata. Intanto, lo sgomento per l’accaduto è massimo nell’ambiente dell’alpinismo e non solo. Sappa è anche tecnico di elisoccorso, ma da circa cinque anni non faceva più parte degli equipaggi sugli elicotteri: il suo impegno proseguiva come coordinatore dei soccorsi della centrale unica. La sua seconda passione è la mountain bike: sua è la guida (ritenuta dagli appassionati la più completa) sui percorsi possibili in Valle e ha appassionato ed accompagnato numerosi clienti nel giro del massiccio del Monte Bianco sulle due ruote.
All’ospedale svizzero dove l’uomo è stato ricoverato subito dopo il soccorso sono accorsi i due figli di Sappa. Il maggiore, Marco, 31 anni, ha seguito le orme del padre sui cammini della passione per la montagna ed è prossimo a concludere il corso per diventare guida alpina. Giuditta Parisi era di Montalcino, sui colli senesi, dove gestiva con la famiglia un’azienda vitivinicola. Al lavoro affiancava l’alpinismo e la mtb, seguendo il suo compagno, lungo un cammino in cui il destino li ha bruscamente divisi ieri, a 3.500 metri di quota. Le guide di Courmayeur aspettano notizie da Ginevra con impazienza: potrebbero scegliere di non celebrare la tradizionale festa del 15 agosto.