“Gomme e un comizietto ricompensano il mercimonio di un politico? Ridicolo”
“Un uomo politico che è stato diciotto anni Presidente della Regione, cinque anni Senatore, ha fatto una corruzione, ha favorito Cuomo e che compenso ha avuto? Gli ha cambiato due gomme, che poi non è vero, e gli ha permesso di fare un comizietto di fronte a venti dipendenti?”. La domanda, rivolta ai cronisti in una pausa dell’udienza di oggi, mercoledì 20 marzo, è dell’avvocato Gilberto Lozzi, che difende il titolare del “Caseificio Valdostano”, Gerardo Cuomo, a processo assieme all’attuale vicepresidente del Consiglio Augusto Rollandin e all’ex manager Finaosta Gabriele Accornero per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione continuata per plurimi atti contrari ai doveri d’ufficio.
Sguardo appuntito, voce pacata, il legale “di lungo corso” – che assiste l’imputato assieme alla collega Maria Rita Bagalà – ha trovato da solo la risposta, nel giro di una frase, sotto forma di un ulteriore interrogativo: “Ma voi, nei casi di corruzione che sono in giro, sentite mai dire che il mercimonio, il compenso, sono cose ridicole di questo genere?”. Dopodiché, Lozzi, riflettendo sulla richiesta del pm Luca Ceccanti, di una condanna a 6 anni di reclusione per il suo cliente ha aggiunto: “ne hanno dati sei a Formigoni per sei milioni di euro, fate voi un confronto”. “Un cambio gomme e il permesso di parlare dieci minuti non a tutti i dipendenti, ma a un gruppetto di dipendenti. – ha continuato a ripetere, tra lo sbigottito e l’incredulo, l’avvocato – Questa è l’utilità che realizza il mercimonio?”.
Ragionando sull’episodio al centro dell’imputazione per Cuomo, vale a dire il trasferimento del “Caseificio valdostano” nei locali, di proprietà della “Autoporto Spa”, già occupati da “Deval” (che, per la Procura, sarebbe avvenuto grazie ai “plurimi interessamenti” dell’allora presidente Rollandin, verso il quale l’imprenditore “amico” si sarebbe sdebitato attraverso varie utilità), il legale è arrivato a definirlo “doveroso”. “Nel 2011 – ha spiegato – l’amministrazione pubblica ha comperato la quota di partecipazione dell’Enel, che da allora non c’entrava quindi più niente”. Assoluta autonomia dell’azienda elettrica nazionale, a seguito di “una scelta politica della Regione”, secondo l’avvocato, ha implicato per Deval, “che si occupa di tutti i problemi dell’elettricità della Valle di Aosta”, l’esigenza di magazzini nuovi. “Non potendo più approvvigionarsi dall’Enel, – ha ribadito – dovevamo avere maggiori locali”.
Quanto all’accusa di turbativa d’asta, legata ad alcune forniture di “food&beverage” per il trail “4K”, organizzato dal Forte di Bard, “il discorso difensivo di Cuomo è molto semplice”. L’allora consigliere delegato Accornero “era convinto di fare una sponsorizzazione” e il Caseificio era “sponsor del Forte da anni”. Poi, interpellato un avvocato a seguito di dubbi, l’assegnazione delle forniture è avvenuta tramite una gara “e Cuomo ha partecipato”. “Mica è un amministrativista. – ha esclamato Lozzi – Che ne sapeva se doveva fare la gara, oppure no? Se hanno sbagliato, han sbagliato come Forte. Io non credo che ci sia una responsabilità e, in ogni caso, non di Cuomo, perché non ha nemmeno gli strumenti per capire quando si fa la gara e quando la sponsorizzazione”.
Infine, il pagamento, da parte del titolare del “Caseificio Valdostano”, di un artigiano che aveva effettuato dei lavori a casa dell’allora dirigente di Finaosta, è stato definito dall’avvocato Lozzi un “grave errore”, compiuto però “per togliersi dai piedi” il titolare della ditta, che “voleva soltanto il rimborso dei materiali” usati per l’intervento. Un’opera che, peraltro, “Accornero non avrebbe mai pagato”, in ragione della supposta esecuzione non a regola d’arte (“tutte macchie di umidità…”), tanto che il manager voleva “fare causa” all’artigiano. In termini generali, l’ex consigliere delegato del Forte “fa dei grandi favori, perché gli paghi una fattura da 1.600 euro? Io trovo che non c’è proporzione con quello che vedo succedere nei processi di corruzione”.
“Il pm ha detto che Cuomo era un pizzicagnolo”, ha proseguito il legale nella sua riflessione, fattosi grande grazie allo spostamento dei locali della sua azienda. “Un pizzicagnolo che, prima del trasferimento – è stata la conclusione – fatturava 21 milioni di euro. Ma guadagnano così tanto i pizzicagnoli ad Aosta? Mi congratulo. È più dei gioiellieri di Manhattan”. Dopo la giornata di oggi, dedicata interamente alla difesa di Cuomo, domani, giovedì 21, sarà la volta degli avvocati di Gabriele Accornero, cioè Corrado Bellora e Guido Furgiuele.
Posizione delicata, perché destinataria di tutte le contestazioni scaturite dall’inchiesta condotta dai Carabinieri del Reparto Operativo, incluso un presunto peculato per l’acquisto di un biglietto aereo per un viaggio a Londra, che agli occhi degli inquirenti non sarebbe stato motivato da finalità istituzionali legate alla carica rivestita dal manager. Già esaurite le arringhe dei legali di Rollandin e di altri quattro imputati, il processo è destinato a concludersi la prossima settimana, con le udienze fissate per il 27 e 28 marzo, dedicate a repliche e controrepliche delle parti. Quindi, la camera di consiglio e la sentenza del giudice.