Silenzio, commozione e tanta gente per l’ultimo saluto a Sara Zema
Silenzio e commozione sono stati i sentimenti a cui i tantissimi presenti al funerale celebrato oggi, giovedì 20 gennaio, alla chiesa di Maria Immacolata ad Aosta, hanno affidato l’ultimo saluto a Sara Zema, la 36enne che ha perso la vita in un incidente stradale lunedì scorso, 17 gennaio. Una partecipazione che anche il parroco, don Grzegorz Glabas ha voluto sottolineare nell’omelia della celebrazione.
L’omelia dell’ultimo saluto
“La vostra presenza testimonia l’importanza di creare dei legami che diano valore alla nostra vita”, ha detto il sacerdote, introducendo poi una riflessione che ha provato a trovare una sintesi rispetto all’incredulità generale per la scomparsa di una giovane donna ritenuta spontanea e piena di vita da tutti coloro che la conoscevano.
“La parola che abbiamo sentito più spesso oggi è speranza. – ha proseguito il parroco – Siamo consapevoli, però, che più che parole, ci serva la presenza e la testimonianza di chi ci ha preceduti e ci indichi la strada”. La repentinità dell’esistenza è stata quindi la chiave attraverso cui don Glabas ha letto quanto accaduto a Sara Zema.
I ricordi dei momenti speciali
“17 gennaio 2022. Sono sicuro che, ancora una settimana fa, – ha continuato – per ognuno di noi quella data aveva qualche significato. Può darsi che era collegata con qualche progetto, un anniversario, cose da vivere. Da quattro giorni, questa data ha per noi un significato del tutto diverso, che rimane nei nostri cuori e nella nostra memoria per sempre”.
Già, la memoria, quella da “mantenere viva” rispetto ai “momenti speciali della nostra vita, in modo particolare quelli che si manifestano all’interno di una famiglia, all’interno di un gruppo di amicizie, all’interno di una comunità parrocchiale”. Sì, perché “tutti ricordiamo i momenti quando nascevano i nostri cari”, così come teniamo a mente “quando sono venuti a mancare”.
Un percorso attraverso il quale il celebrante ha concluso che “è importante creare dei legami, perché sono loro che, alla fine, possono avere valore della nostra vita”. E ispirato alla semplicità, all’assenza di sovrastrutture, per tanti, sarà il ricordo di Sara Zema, sfuggita alla vita in una notte d’inverno.
Il cordoglio dei tanti amici e conoscenti
Aostana, la ragazza era molto conosciuta per aver lavorato, come barista, in diversi locali noti, come l’oggi caffè “Ex Sport” in piazza Chanoux, o il bar Montan, nell’omonima frazione di Sarre. Ultimamente era dietro al bancone del “Limonet”, crocevia della gioventù (ma non solo) all’ora degli aperitivi, proprio dinanzi alla rotonda del Pont Suaz, a Charvensod. Sono tanti i ricordi evocati, dall’indomani dell’incidente, sui social network e non.
Due fratelli e una sorella, “Saretta”, come la chiamavano in tanti, era – nelle parole di un amico su Facebook – “una delle persone che nella vita valeva la pena conoscere”. Altri, ancora increduli per l’accaduto, ricordano invece il suo “sorriso spontaneo, bello e vero”, testimoniato pure dalle fotografie che si susseguono di profilo in profilo (spesso in compagnia del suo cane), e il gusto per la battuta. Un’altra conoscente annovera l’incidente di lunedì 17 gennaio, avvenuto attorno a mezzanotte e mezza, tra le “notizie sconvolgenti, quelle che ti riportano immediatamente alle radici delle priorità”.
“Quelle – si legge ancora – che ti ricordano che abbiamo 10 minuti da vivere, che sarebbe il caso di farlo al meglio, quelle che danno il peso e il valore a ciò che definiamo ‘problemi’. Quelli veri. Il resto si risolve. Non se muori, non così. Non a 36 anni”. In un ulteriore post si parla di “una perdita insulsa, ingiusta, immensa”, perché – ricorda la titolare di un locale del centro cittadino – “sapeva farsi voler bene”. Insomma, una giovane donna “sempre solare e piena di vita”, annota più di un’amica, e che era “una forza della natura”.
L’incidente non è accaduto lontano dal luogo ove Zema lavorava, lungo la strada regionale 20, che attraversa l’”Envers” da Charvensod ad Aymavilles. All’altezza della frazione Taxel, nel comune di Gressan, la 36enne – per cause su cui si concentrano gli accertamenti della Polizia stradale – ha perso il controllo dell’utilitaria di cui era alla guida, che si è capovolta. I Vigili del fuoco sono accorsi con il Gruppo taglio, ma il 118 non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell’automobilista coinvolta. Troppo violento l’urto, che ha sopraffatto la voglia di vivere che resterà il ricordo cui si aggrappano ora in tanti.