Hacker anti-Israele attaccano il sito dell’aeroporto “Corrado Gex”
Un attacco informatico al sito web dell’aeroporto della Valle d’Aosta è stato rivendicato, nel primo mattino di oggi, mercoledì 25 ottobre, dal Mysterious Team Bangladesh. Si tratta di un gruppo di hacker che, lo scorso 8 ottobre, aveva annunciato in inglese e bengalese – corredando il post con una bandiera palestinese innalzata al cielo – che “i Paesi che supportano Israele saranno il nostro prossimo bersaglio, qualsiasi essi siano”.
Le azioni rivendicate stamane hanno riguardato esclusivamente strutture italiane aeroportuali: oltre al “Corrado Gex”, gli hacker filo-palestinesi hanno preso di mira le pagine web del “Karol Wojtyla” di Bari, del sistema aeroportuale calabrese e dello scalo di Napoli Internazionale. Ad essere attuati, sono stati attacchi di tipo Ddos (Distributed denial of service), che generando multiple connessioni simultanee (come se un numero di utenti elevato visitasse la pagina) fanno collassare i siti cui sono rivolte.
Per ognuna delle rivendicazioni, il “Mysterious Team Bangladesh” ha pubblicato su X (già Twitter) la schermata del relativo indirizzo web, risultante irraggiungibile. Al momento, tutti i siti risultano regolarmente accessibili. A quanto si apprende, l’Agenzia per la cybersicurezza italiana ha allertato i soggetti potenzialmente interessati dall’offensiva: gli aeroporti e, più in generale, gli erogatori di servizi essenziali.
Negli ultimi anni, i conflitti in vari angoli del mondo hanno visto sempre più “scendere in campo” nel cyberspazio collettivi di hacker che, nel compiere crimini informatici, mirano non ad un profitto economico (come nel caso dei “ransomware”), ma divulgare un messaggio (politico o religioso) legato a una delle fazioni coinvolte. Per questo, dopo che questo fenomeno si era acutizzato nel caso dell’invasione russa in Ucraina, anche per la crisi Hamas-Israele la sicurezza cibernetica era stata innalzata.
A colpi di hashtag #FreePalestine e #SavePalestineFromIsrael, il Mysterious Team Bangladesh (apparso per la prima volta nel 2020 e distintosi per intensità delle offensive nel 2022) si era intestato, negli scorsi giorni, gli attacchi ai siti web di un ospedale israeliano e del Ministero degli affari esteri italiano. Il web dell’ufficio per la ricerca dell’Unicef, ad inizio ottobre, era invece stato attaccato perché reo, secondo gli hacker, di “silenzio sulla questione palestinese”.