In fuga dalla Romania, arrestati a Châtillon: in manette due pericolosi ricercati

27 Marzo 2021

In fuga dalla Romania, dove la Polizia li braccava per aver sequestrato, percosso e rapinato un connazionale, avevano pensato di trovare riparo in Italia e, convinti di riuscire a restare ancora più “sotto traccia”, di “riciclarsi” come onesti lavoratori sulle alture di Châtillon. A scovarli è stata la Squadra Mobile della Questura di Aosta, che li ha arrestati l’altro ieri, giovedì 25 marzo, dando esecuzione al mandato europeo spiccato nei confronti di Gheorghe Grigoras (24 anni) e di suo fratello Marian Vasilica Grigoras (35).

I due sono ora in carcere a Brissogne, in attesa che la Corte d’Appello di Torino convalidi il fermo, permettendo quindi di avviare le procedure che li riporteranno in Romania, per essere giudicati per i reati contestatigli nel paese. La vicenda inizia il 25 gennaio scorso, quando due persone sequestrano un loro connazionale a Cordun, nel distretto di Neamnt. La vittima viene tenuta rinchiusa e sottoposta a minacce e percosse, per rapinarla. La crudeltà dei sequestratori arriva a seviziarla con un oggetto metallico incandescente, cagionandole gravi lesioni.

La notizia desta scalpore nell’opinione pubblica romena e il Tribunale di Roman emette provvedimenti cautelari a carico dei due fratelli, ritenuti pericolosi e non esattamente criminali spiccioli. Anche per questo, il perimetro del mandato di cattura viene esteso a livello internazionale. Tra le informazioni fornite all’organismo di cooperazione centrale, che raccoglie le segnalazioni provenienti dalle varie polizie nazionali, vi era il fatto che gli investigatori romeni avessero sentore che i due fuggiaschi si trovassero in Valle d’Aosta.

E’ l’elemento che mette in moto gli agenti della Mobile, diretta dal commissario capo Francesco Filograno. Completata una serie di accertamenti (incluse alcune visure camerali), arrivano ad un’azienda agricola di Châtillon, alla quale i due si erano proposti come dipendenti. Quando la Polizia bussa alla porta, di buon mattino, nell’“ora X” dell’operazione battezzata “International Escape”, il proprietario, ignaro di tutto, non crede ai suoi occhi. Coloro per cui stava completando le pratiche burocratiche di assunzione erano uno ancora in casa e l’altro già nei campi: vengono condotti in Questura, per l’arresto.

Sin dalla vista degli agenti, restano impassibili. Dimostrano di capire l’italiano, ma anche in presenza di un interprete che riepiloga loro le contestazioni per cui le manette erano in procinto di scattare (voluto dagli inquirenti in ragione della necessità di “blindare” gli atti, vista la bilateralità dell’operazione), negano gli addebiti. Tra gli elementi appurati dagli investigatori, il fatto che la fuga in Italia risalisse a febbraio e che a segnalare la Valle d’Aosta, come località con aree remote in grado di offrire maggior riparo in latitanza, fosse stato un contatto dei fratelli, nell’eporediese. Chissà se, oggi, seguirebbero nuovamente quel consiglio.

Marian Vasilica Grigoras.
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