Inchiesta Casinò, la Corte dei conti sequestra beni e conti dei consiglieri citati a giudizio
Mattinata di terremoto non solo sul piano politico, in Consiglio regionale. Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza sta infatti notificando oggi, mercoledì 7 marzo, il sequestro conservativo di beni immobili e conti correnti a 21 tra consiglieri in carica e del passato.
La misura, operata su disposizione della Procura regionale della Corte dei Conti, è legata alle citazioni in giudizio relative ad un presunto danno erariale da 140 milioni di euro conseguente al finanziamento regionale al Casinò di Saint-Vincent. Il valore dei sequestro ai singoli consiglieri è ancora da definire. Il provvedimento rientra in una logica di protezione dell'eventuale credito dell'Amministrazione regionale.
Nel dettaglio, come si apprende da una nota, gli atti di sequestro, condivisi e accordati alla Procura contabile dal Presidente della Sezione giurisdizionale, riguardano non solo beni immobili e conti correnti, ma anche un quinto della quota relativa a stipendi, pensioni e vitalizi maturati presso datori di lavoro ed enti pubblici. Riguardo a questi ultimi, le Fiamme gialle segnalano il Senato della Repubblica, il Consiglio Regionale Valle d’Aosta (i militari sono stati negli uffici stamattina, all'inizio dei lavori drll'Assemblea), la Regione Autonoma Valle d’Aosta, l'Istituto dell’Assegno Vitalizio, l'Union Valdotaine, l'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, l'Azienda Unità Sanitaria Locale, il Comune di Aosta, il Comune di Saint-Vincent e il Casinò de La Vallée S.p.A..
Per quanto riguarda i beni, 151 tra immobili e terreni sono stati sequestrati presso le conservatorie dei registri immobiliari in Valle d’Aosta e nelle province di Sassari, Savona e Alessandria per un valore catastale di 6 milioni 600mila euro, corrispondente – spiega la Guardia di finanza – sul mercato a circa venti milioni di euro.
Infine, i sequestri di 81 tra conti correnti, conto titoli e altre forme di investimento sono stati operati in 31 istituti di credito, società di gestione del risparmio e società fiduciarie.
Nell'attività istruttoria in vista del ricorso al sequestro cautelare, i militari comandati dal tenente colonnello Piergiuseppe Cananzi si sono imbattuti anche nel fatto che molti dei conti correnti intestati agli indagati risultassero "essere già stati spogliati delle disponibilità presenti, attraverso operazioni avvenute successivamente alle contestazioni erariali formulate" dalla magistratura contabile.
Analogamente, secondo quanto riscontrato dalle Fiamme gialle, su parte degli immobili e terreni di proprietà, "gli amministratori pubblici hanno compiuto operazioni atte ad evitare i provvedimenti cautelari dell’Autorità Giudiziaria, la quale potrà comunque agire con azione revocatoria a tutela del credito erariale e della comunità valdostana".