Insulti e minacce al capotreno e il regionale per Ivrea si muove in ritardo: condannato a 7 mesi

06 Giugno 2017

“Se si pensa a qual è lo stato dei collegamenti qui ad Aosta, da dove già si impiegano due ore per arrivare a Torino, mettercene due ore e un quarto” rende “apprezzabile l’infrazione commessa”. Sono le parole con cui il Procuratore capo facente funzione Giancarlo Avenati Bassi stamane, al Tribunale del capoluogo regionale, ha chiesto la condanna di Ahmed Slimi, un cittadino marocchino di 54 anni. L’uomo era chiamato a rispondere di resistenza a pubblico ufficiale ed interruzione di pubblico servizio e, al termine dell’udienza, si è visto comminare dal giudice monocratico Marco Tornatore una pena di sette mesi di reclusione.

Quanto accaduto, risalente al primo dicembre del 2015, è stato evocato in aula dal capotreno del “regionale” per Ivrea di quel giorno e da una passeggera del convoglio, pronto a lasciare la stazione di Aosta, ma che ha accumulato un quarto d’ora di ritardo. Secondo la donna, Slimi “sembrava ubriaco, aveva una strana espressione”. Se n’era accorto anche il responsabile del treno, che aveva quindi chiesto al passeggero di scendere. A quel punto, nella sua deposizione, ha ricordato: “iniziò a insultarmi, minacciarmi e a sputarmi addosso. Quando mancavano pochi minuti alla partenza, spaccò la bottiglia sul marciapiede e risalì a bordo treno. Per questo, chiamai le forze dell’ordine”.

Da quei fatti, secondo l’accusa, la responsabilità del passeggero indisciplinato nel mancato rispetto degli orari e l’imputazione di interruzione di pubblico servizio. Un’accusa che l’avvocato difensore di Slimi, Gianfranco Sapia, ha respinto sostenendo che “ciò che ha ritardato la partenza è stata in realtà la discussione tra l’imputato e il controllore”. La condanna, da parte del giudice Tornatore, però è arrivata puntuale.

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