La Procura divulga i “numeri della violenza” nel 2019 in Valle

16 Aprile 2020

Nel 2019, sono stati 152 gli episodi di violenza, di vario genere, che hanno visto l’avvio di procedimenti da parte della Procura di Aosta. Il dato emerge dall’analisi statistica curata dal pm Carlo Introvigne, divulgata oggi, giovedì 16 aprile, quando sono trascorsi venti mesi dalla firma del protocollo interistituzionale per la prevenzione e il contrasto del fenomeno in Valle, avvenuta il 31 luglio 2018.

Un’intesa che, nata per iniziativa congiunta tra l’ufficio inquirente di via Ollietti e la Questura, riunisce oggi – in un Tavolo permanente che si riunisce ogni tre mesi circa, per condividere, studiare ed elaborare le tematiche del settore, ma anche per proporre eventi alla cittadinanza – una ventina fra enti pubblici ed organismi rappresentativi privati attivi nella regione.

Il tipo di episodi

Tra i fascicoli aperti lo scorso anno, la tipologia maggiormente ricorrente (54, pari al 34.39%) ha riguardato violenze fisiche volontarie ed isolate (ad esempio, delle lesioni o una minaccia armata). Seguono, con 32 procedimenti (20.38%), i maltrattamenti protratti nel tempo, quindi gli atti persecutori (lo “stalking”, con 27 indagini, 17.2%), la violenza economica (25 casi, 15.92%), quella sessuale (17 episodi, 10.83%) e, infine, i reati di omicidio e tentato omicidio (2 casi, pari a 1.27%).

L’esito delle indagini

Quasi la metà dei procedimenti avviati, cioè 73 su 152 (48.03%), si è chiuso senza l’individuazione di forme di responsabilità (archiviazione, o richiesta di archiviazione, per infondatezza della notizia di reato). Per 35 (23.02%) le indagini sono ancora in corso, mentre per 44 (cioè il 28.95%) si è giunti a una sentenza di primo grado, o definitiva, di condanna.

Guardando a questi ultimi, le maggiori definizioni hanno riguardato l’omicidio e tentato omicidio (1 caso su 2 fascicoli aperti, cioè 50%), le violenze sessuali (7 su 17) e lo stalking (8 su 27). I procedimenti chiusi senza accertare il reato (e quindi senza divenire processo) erano riferiti, soprattutto, agli atti persecutori (18 su 27), ai maltrattamenti (20 su 32) e agli abusi sessuali (7 su 17).

Tra le indagini iniziate nel 2019 ancora in corso, le tipologie di reato con maggiore “arretrato” ne vedono una (su due aperte) per omicidio o tentato omicidio, undici (su venticinque) per violenze economiche e quattordici (su cinquantaquattro) per lesioni, o minaccia armata.

L’identikit dei violenti

Guardando ai procedimenti instaurati, il sostituto procuratore Introvigne ha tracciato anche un identikit del (reale o presunto, indipendentemente dall’esito del fascicolo) autore del reato. In questo caso, il totale supera 152, perché alcuni episodi hanno purtroppo integrato più reati simultaneamente, oppure hanno visto casi di concorso di persone nel delitto.

In 117 casi, a perpetrare la violenza è stato indicato un uomo adulto fra i 18 e i 64 anni, mentre decisamente inferiore, cioè 30, il numero di donne della stessa fascia di età. Per entrambi i generi, i presunti responsabili “over 65” sono stati 4. I totalmente ignoti 14, mentre le donne ignote 1 e i maschi ignoti 4.

Stringendo il cerchio di questa osservazione alle sentenze (parziali o definitive) di condanna, 41 hanno colpito uomini adulti, 6 donne adulte, 2 donne anziane (oltre i 65 anni) e 1 uomo anziano.

Chi sono le vittime?

Anche per definire questo parametro, l’esame della Procura ha valutato la totalità dei casi registrati (perché per la molteplicità di reati, o per più di una vittima ad episodio, il totale può superare 152). 76 episodi hanno visto al centro donne tra i 18 e i 64 anni, 17 ragazze minori e 5 “over 65”. Quanto alle vittime di sesso maschile, 68 quelle tra i 18 e i 64 anni, 14 i minorenni e 6 gli anziani.

La violenza di genere

Una riflessione conclusiva il dossier la riserva alla violenza di genere, cioè quella “agita da un uomo nei confronti di una donna e legata a situazioni di coabitazione e/o relazione sentimentale, in corso o pregressa”. Su un totale di 186 vittime nei casi analizzati, 98 (52.68%) sono donne, numero che scende a 60 eliminando gli episodi non “di genere”.

Questi hanno visto l’accertamento di responsabilità per i casi subiti da 19 persone offese, mentre le indagini sono ancora in corso per 7 e i fascicoli si sono chiusi senza individuazione di responsabilità per 34. In sostanza, conclude il sostituto Introvigne, sulle 186 vittime registrate nei 152 episodi analizzati nel 2019 dalla Procura, quelle riconducibili a violenza di genere sono tra 19 e 26 (a seconda di come si chiuderanno i procedimenti ancora da definire).

Le categorie non assolute

In apertura del dossier, si ricorda che “la condizione di ‘soggetto debole’ non è ontologica”, perché “ognuno di noi può trovarsi in situazione concreta di vulnerabilità, per motivi fisici, psicologici o economici ed è dunque una potenziale vittima della violenza”. Allo stesso modo, “nemmeno la condizione di ‘soggetto violento’” lo è e “dunque per ciascuno può essere utile il lavoro preventivo di educazione alla non violenza”. La divulgazione dei “numeri della violenza in Valle” risponde quindi alla volontà di alimentare “un’opera di sensibilizzazione più efficace possibile”.

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