Lo psichiatra Bonetti è colpevole. Il Gup lo ha condannato a dieci anni e otto mesi di carcere

12 Aprile 2018

Ale 18.20, quando il giudice Eugenio Gramola entra nell’aula al terzo piano del Tribunale di Aosta per leggere la sentenza, lo psichiatra Marco Bonetti, l’imputato principale, non è più presente. Ha lasciato Palazzo di giustizia attorno alle 15, dopo aver assistito all’arringa dei suoi avvocati, Jacques Fosson e Massimo Balì. Non sente quindi il Gup infliggergli 10 anni e 8 mesi di reclusione. Il suo sguardo non incrocia quello del magistrato nel momento del verdetto: la notizia lo raggiungerà in seguito.

In tarda mattinata, il pm Luca Ceccanti aveva chiesto per il medico 11 anni e 4 mesi di carcere. Il professionista 64enne era stato arrestato dalla Guardia di finanza nel marzo 2017, con accuse che avevano destato scalpore da subito, soprattutto per la loro natura di negazione del giuramento di Ippocrate: violenza sessuale ai danni di alcune pazienti e della madre di una di esse, cessione di stupefacenti (dei medicinali) ad un’altra donna rivoltasi a lui, truffa, peculato e falso per documentazione medica “addomesticata” richiestagli. Parte delle imputazioni erano frutto delle immagini di una telecamera nascosta dalle Fiamme gialle negli ambulatori in cui il dottore riceveva.

Da alcuni episodi contestati, l’ex “numero due” di psichiatria è stato scagionato, ma la pena finale, che include anche 5mila euro di multa, si discosta di appena otto mesi da quanto auspicato dall’accusa. Per la Procura, un’affermazione netta della tesi accusatoria. I difensori del medico, per parte loro, uscendo dall’aula dopo l’udienza a porte chiuse, dicono di restare “convinti della bontà delle nostre ragioni, che sosterremo con convinzione in appello”. Nel sentenziare, il giudice Gramola ha revocato gli arresti domiciliari, ai quali lo psichiatra era sottoposto da oltre un anno. Una decisione di cui i legali Balì e Fosson sono “contenti, perché è stato un lungo periodo e si potrà affrontare il prossimo grado con più serenità”.

Assieme a Bonetti, a giudizio erano stati chiamati anche cinque pazienti in cura da lui. Per gli inquirenti, avevano consegnato dei soldi al medico affinché rilasciasse loro dei certificati con diagnosi “compiacenti”. Due sono stati assolti perché “il fatto non sussiste”, altri due condannati a due anni di reclusione (pena sospesa) e l’ultimo ha patteggiato un anno e dieci mesi. Stamane, al riguardo, era stato anche sentito un perito incaricato di pronunciarsi sulla veridicità delle valutazioni effettuate dal medico nei casi di attestazioni dubbie.

Nel processo, si era costituita parte civile l’Unità Sanitaria Locale, da cui Bonetti si era pensionato due mesi prima di essere arrestato (e di cui è dipendente una paziente condannata), rappresentata dall’avvocato Corrado Bellora. A favore dell’azienda, è stata disposta una provvisionale di 20mila euro.

Con l’udienza di oggi, celebrata con il rito abbreviato e frutto della richiesta di giudizio immediato presentata inizialmente dalla Procura (una formula che il pm sceglie quando ritiene di aver raggiunto l’evidenza della prova), si conclude il ciclo di primo grado dei procedimenti scaturiti dalle indagini dei finanzieri del Gruppo Aosta, comandati dal tenente colonnello Francesco Caracciolo, sullo psichiatra aostano (nel corso delle quali erano stati confiscati, su cinque distinti conti correnti e su un deposito titoli, anche 80mila euro, ritenuti profitto del reato di truffa aggravata).

Lo scorso 11 gennaio era giunto a sentenza un primo processo in cui erano imputati due pazienti del medico, accusati di falsità ideologica e corruzione, ognuno (un 50enne e un 53enne) condannato a due anni e dieci mesi di reclusione. Ieri, mercoledì 11 aprile, si era invece concluso il procedimento “bis” che coinvolgeva il dottore, nato da sviluppi investigativi degli episodi finiti nel giudizio principale. Le accuse erano un presunto caso di violenza sessuale e di falsità ideologica e falsa attestazione. Bonetti, così come cinque suoi pazienti co-imputati, è stato assolto. Un successo durato ventiquattr’ore.

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